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Incendi zombie, cosa sono e perché spaventano soprattutto le foreste boreali

Incendi zombie, cosa sono e perché spaventano soprattutto le foreste boreali

Gli incendi zombie stanno terrorizzando vasti territori, e, mentre le fiamme si diffondono nelle foreste boreali, la scienza s’interroga e cerca soluzioni.

Forse non siamo abituati a sentir parlare di incendi zombie, ma presto lo stupore potrebbe trasformarsi in rassegnazione. Questi fenomeni sono, infatti, sempre più diffusi e, soprattutto per le aree occupate dalle foreste boreali, rappresentano ormai una concreta minaccia. La scienza sta man mano imparando a definirli e a conoscerli, ma ora capire come contenere le fiamme è ancora complicato.

incendi zombie

Cosa sono gli incendi zombie?

Gli incendi zombie sono fenomeni singolari che gli scienziati hanno imparato a conoscere approfonditamente solo negli ultimi tempi. Definiti anche “overwintering fires” essi si presentano come roghi apparentemente spenti che, però, sopravvivono in sordina durante la stagione invernale, per poi riprendere a propagarsi appena le temperature lo permettono. Il fuoco si sviluppa al riparo nel sottosuolo, nutrendosi dei materiali organici lì presenti. Durante la stagione fredda le fiamme sono praticamente assenti e questo rende l’avanzata di tali incendi estremamente lenta. La comparsa precoce di fuochi nel perimetro di importanti roghi sviluppatasi l’anno precedente rappresenta, dunque, un campanello d’allarme.

Gli incendi zombie corrono

Gli incendi zombie erano fino a qualche tempo fa, considerati rari, ma oggi, a causa del riscaldamento globale, tutto sta cambiando. Secondo uno studio pubblicato su Nature e condotto su vaste aree di Canada e Alaska, gli incendi zombie sono responsabili, in media, dello 0.8 % del territorio bruciato in un anno. Tal percentuale varia, però, notevolmente e, in determinati periodi, ha toccato persino il 38%. Gli autori dello stesso studio hanno, così, individuato un algoritmo in grado di identificare questi fenomeni. Gli ambienti più colpiti risultano le foreste boreali. Qui il terreno torboso fornisce un ideale deposito di combustibile. Le fiamme possono, dunque, ardere nel sottosuolo al riparo da umidità e precipitazioni per interi mesi.

La caccia agli zombie

Gli incendi zombie sembrano destinati a diventare una costante per alcune zone del pianeta. Le estati si stanno, infatti, facendo sempre più lunghe e torride e le previsioni sul cambiamento climatico non fanno ben sperare. Il rischio è, per altro, che si inneschi un circolo vizioso. Nel suolo delle foreste boreali è, infatti, immagazzinata una grande quantità di potenti gas serra, fra cui anidride carbonica e metano. Gli incendi zombie, per quanto brucino lentamente, finiscono per liberare tali sostanze e per inficiare la capacità di sequestro di carbonio di tali ambienti. Il dramma è, poi, anche operativo. L’esordio precoce dei roghi rende la stagione degli incendi più lunga e richiede l’impiego di risorse e strategie completamente diverse.

Il fuoco sta devastando intere regioni e gli incendi zombie non fanno altro che aggravare un quadro già compromesso. Mentre l’Amazzonia viene divorata da fiamme vive, più che mai appariscenti, la Siberia brucia dall’interno e l’uomo diventa, quasi, uno spettatore impotente. Forse un rogo che si muove pian piano potrebbe sembrarci meno minaccioso. L’idea di cuocere a fuoco lento, però, non è, a conti fatti, poi così invitante.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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