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Impronta idrica: Italia prima in Europa per acqua consumata

Impronta idrica: Italia prima in Europa per acqua consumata

Avete mai sentito parlare di impronta idrica? E di acqua blu, verde e grigia? Quando si tratta di valutare l'impatto ambientale dei cibo che consumiamo, prendere in conto l'acqua può essere decisivo.

Per impronta idrica - water footprint - si intende, come recita il WWF, «il volume totale, comprendente l’intera catena di produzione, di acqua dolce impiegata per produrre quel bene stesso.» Da questo punto di vista l'Italia purtroppo è addirittura prima in Europa per consumi idrici, motivo per cui è assolutamente necessario renderere più consapevoli produttori e consumatori sulle reali conseguenze che recano all'ambiente. Del resto l'acqua è invisibile, eppure sempre presente in ogni alimento che mangiamo ed oggetto che utilizziamo. Da una tazzina di caffè alla maglietta che indossiamo.

Come si calcola l'impronta idrica

L'acqua quindi, in modo più o meno nascosto, ricopre un ruolo primario nei processi di produzione, trasformazione e distribuzione di beni di consumo quotidiani. Come descrive il Ministero dell'Ambiente, il calcolo complessivo della impronta idrica è dato dalla somma di tre componenti, denominati acqua blu, acqua verde e acqua grigia. La prima «si riferisce al prelievo di acque superficiali e sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali. È la quantità di acqua dolce che non torna a valle del processo produttivo nel medesimo punto in cui è stata prelevata o vi torna, ma in tempi diversi». La seconda invece «è il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale e si riferisce principalmente all’acqua evapo-traspirata per un utilizzo agricolo». Infine, l'ultima «rappresenta il volume di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità».

Le fonti idriche vengono così suddivise perché consentono di identificare quanta acqua viene impiegata in modo diretto o indiretto, cioè per un compito finale o intermedio, in ogni fase del prodotto. Ovvero, se viene consumata per ottenere direttamente una materia prima, una merce o un servizio, ma anche la quantità necessaria per rendere un prodotto disponibile al consumo; come la trasformazione delle materie prime, l’imballaggio o il trasporto.

L'Italia ha una impronta idrica pesante

Il motivo per cui l'impronta idrica è un indicatore essenziale per la sostenibilità dell'ambiente è che l'acqua non è un bene illimitato, al contrario di quanto si crede. Secondo il World Water Council, il 12% della popolazione mondiale non ha accesso a fonti pulite e ogni giorno 4500 bambini muoiono per questo motivo. E la domanda mondiale aumenterà del 55% nel 2050, secondo l’Ocse. Considerando che, in media nei paesi più ricchi, vengono utilizzati 300 litri d'acqua al giorno, con l'aggiunta dell'acqua virtuale – soprattutto per le merci ad alta densità idrica, come prodotti alimentari e bevande – , si capisce perché il suo eccessivo consumo «nascosto» ha un forte impatto sull'ambiente naturale.

Il report del WWF descrive inoltre l'impronta idrica totale di una nazione; essa «è formata da due componenti: quella interna è la quantità di acqua necessaria a produrre beni e servizi prodotti e consumati internamente al Paese, quella esterna deriva dal consumo di merci importate». Guardando al Bel Paese, i risultati sono allarmanti. In Italia consumiamo circa 6.400 litri a testa ogni giorno, 2.334 metri cubi l'anno: cifre che ci mettono al quarto posto per più elevato il consumo individuale, preceduto solo dagli abitanti di USA, Grecia e Malesia. A livello europeo le cose peggiorano ulteriormente, visto che ci troviamo al primo posto per consumi idrici. Non è finita: solo il 49% di quest’acqua proviene da risorse italiane, mentre il 51% arriva dall’estero; così da diventare il quinto importatore d’acqua del pianeta.


Jacopo Orlo
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Studente di Giornalismo, la mia passione è tutto ciò che riguarda il mondo dell'intrattenimento: cinema, fumetti, serie tv, videogiochi. Alla ricerca di cose nuove e stimolanti che possano essere condivise con chi nutre le mie stesse passioni.
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