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I gin più strani del mondo

I gin più strani del mondo

Oltre al classico, è ormai possibile trovare in commercio esempi gin molto strani, aromatizzati con botaniche estremamente strane. Voi li avreste riconosciuti tutti?

Il gin è un distillato, caratterizzato dall’infusione di ingredienti, anche molto strani, definiti botaniche. La più famosa è la bacca di ginepro. A partire dalla definizione si apre, tuttavia, un mondo vastissimo: negli ultimi anni si è assistito a una vera e propria invasione di bottiglie di gin, il cui unico obiettivo sembra quello di stupire sempre di più il consumatore.

A questo punto qualsiasi ingrediente può essere utilizzato in infusione: l’armonia sta nella fantasia e nella bravura del distillatore, che deve bilanciare i sapori e gli aromi scelti. Ecco quattro esempi che vi stupiranno sicuramente.

Gin e zafferano

Un prodotto caratterizzato dall’uso dello zafferano, spezia molto ambita e costosa, derivante dal fiore di croco. Nella produzione viene utilizzata un’infusione di semi. L’infuso di zafferano ne caratterizza il sapore, rendendolo morbido e delicatamente speziato, e ne colora anche l’aspetto, dandogli un colore arancio intenso.

Gin e alghe marine

Il gin, prodotto da una distilleria in Galles, contiene alghe raccolte nella costa della Cornovaglia. Ricche di iodio, sali minerali e vitamine, le alghe conferiscono al prodotto una sfumatura verdastra e all’assaggio il gin risulta leggermente salato. Molti chef abbinano questo gin con pesce di mare oppure crostacei.

Gin e formiche rosse

Esistono diversi liquori contenti insetti, tuttavia, la produzione di un gin di questo tipo rappresenta un’innovazione nel mondo della distillazione. Ancora più innovativa è l’idea di usare l’essenza di un insetto per produrre un alcolico, anziché metterlo in infusione all’interno della stessa bottiglia. Viene, infatti, utilizzato l’acido formico, prodotto dalle formiche per difendersi, che a contatto con l’alcol produce aromi e sapori che esaltano il gusto della bevanda.

Gin e aragosta

Allo chef belga Kristof Murrannes serviva uno spirito che accompagnasse il suo menù a base di aragosta. Quindi ha preso l’animale e l’ha lasciato in infusione nell’alcol puro per due giorni; ha distillato il liquido e lo ha mischiato con del normale gin. Il risultato è un prodotto dolce e salmastro allo stesso tempo. In particolare, per ogni litro di alcol puro viene fatta macerare un’aragosta intera.

I giovani al di sotto dell’età legale non dovrebbero bere alcol e in ogni caso il consumo di bevande alcoliche deve essere moderato. Bevete responsabilmente.


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Caterina Limido
Scopri di più
Laureata in Scienze Gastronomiche, viaggio alla costante ricerca di nuovi spunti. Contagiosa nella passione e nella condivisione del mondo degli spirits, perennemente in bilico tra la filosofia del sapore e una degustazione di vino.
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