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Guerra in Ucraina, negli Stati Uniti il cocktail Moscow Mule diventa Kiev Mule

Guerra in Ucraina, negli Stati Uniti il cocktail Moscow Mule diventa Kiev Mule

Molti gestori di bar negli Usa hanno cambiato il nome del Moscow Mule dopo l’invasione russa in Ucraina. Alcuni hanno anche eliminato la vodka dal menu

Il Moscow Mule diventa “Kiev Mule”. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin e il conseguente inizio della guerra, molti gestori di bar negli Stati Uniti hanno deciso di cambiare il nome del popolare cocktail a base di vodka, ginger beer e lime in segno di solidarietà verso la nazione aggredita. Poco importa se il drink non è stato inventato a Mosca: il nome della capitale russa è stato rimpiazzato con quello della capitale ucraina. E non è l’unica iniziativa che arriva da dietro i banconi americani.

Molti gestori di bar negli Usa hanno cambiato il nome del Moscow Mule in Kiev Mule dopo l’invasione russa in Ucraina

Il Moscow Mule diventa Kiev Mule

Sono diversi i barman che in giro per gli Stati Uniti hanno deciso di ribattezzare il Moscow Mule “Kiev Mule”. Alcune delle loro storie sono state raccolte dalla Cnn. C’è chi si è limitato a modificare il nome nella speranza di sensibilizzare la propria clientela e dimostrare vicinanza alla popolazione ucraina , come il Bond Bar di San Francisco. E c’è chi come Michael Krouse , proprietario del Madrone Art Bar, altro locale di San Francisco, ha anche smesso di utilizzare per il cocktail la vodka russa, procurandosi un’alternativa prodotta in Ucraina. Inoltre, per ogni suo Kiev Mule consumato (prezzo: 12 dollari), il bar donerà 2 dollari a un fondo aperto per la crisi nel Paese aggredito.

Un altro locale, il Caddies on Cordell di Bethesda (Maryland), ha sbianchettato ancora di più il menu. Oltre a inserire il Kiev Mule al posto del Moscow Mule, ha deciso di cambiare nome anche a Black Russian (vodka e liquore al caffè, servito con ghiaccio) e White Russian (vodka, liquore al caffè e panna, servito con ghiaccio) in Black Ukrainians e White Ukrainians.

Lo Snake Island Mule

Kiev Mule non è però l’unica denominazione comparsa sui listini al posto di Moscow Mule. Un locale di Kansas City (Missouri) ha annunciato di avere ribattezzato il cocktail “Snake Island Mule”. Il riferimento è all’isola dei Serpenti, conosciuta anche come isola di Zmiinyi, un territorio ucraino di appena 16 ettari situato nel mar Nero dove 13 soldati sono stati protagonisti di un gesto di eroismo nei primi giorni del conflitto.

Intimati ad arrendersi via radio da una nave da guerra russa, i militari hanno invitato gli interlocutori ad “andare a farsi fottere” e sono rimasti a difendere l’isolotto. Le prime notizie davano il gruppo per morto dopo lo scontro. Successivamente, il governo ucraino ha riportato che potrebbe essere ancora vivo e tenuto prigioniero dall’esercito russo.

La storia del Moscow Mule

La modifica del nome del Moscow Mule è uno dei numerosi, piccoli gesti, più o meno simbolici, con cui il mondo sta provando a fare pressione sulla Russia affinché cessi l'azione militare e i bombardamenti. Non avranno di sicuro il peso delle sanzioni imposte da Unione Europea e Stati Uniti, ma sono un ulteriore segnale di attenzione verso le sofferenze della popolazione ucraina.

Senza alcuna intenzione di sminuire l’iniziativa poi, Mosca e la Russia c’entrano poco con il cocktail in questione. Il drink è infatti stato inventato proprio negli Usa, più precisamente a New York, dove nel 1941 il distributore di vodka John G. Martin incrociò in maniera del tutto casuale Jack Morgan, impegnato a lanciare la sua nuova Ginger Beer. Da questo incontro, nacque il matrimonio tra i due ingredienti. Moscow o Kiev Mule che sia, la speranza ora è poter brindare al più presto alla pace.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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