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Greenwashing sugli imballaggi: Coca Cola e altre aziende nel mirino di un report

Greenwashing sugli imballaggi: Coca Cola e altre aziende nel mirino di un report

Il greenwashing è sempre più diffuso e secondo un recente report le grandi aziende che mentono su plastica e sostenibilità degli imballaggi sono molte

Il mondo dovrebbe fare della lotta all’inquinamento una priorità, ma il greenwashing è più comune di quanto si pensi e gli imballaggi sono tra gli elementi più controversi. Un report ha di recente fatto luce sull’argomento e ha puntato il dito contro diverse multinazionali, fra cui spicca Coca Cola. Guardarsi dai proclami sulla cosiddetta “plastica riciclata” diventa, allora, un must.

Greenwashing imballaggi
Foto: CocaKolaLips @Pexels

Greenwashing e imballaggi

Con il termine greenwashing si indica la strategia di marketing con cui molte aziende presentano dati fuorvianti sulla sostenibilità delle proprie attività. A riportare l’attenzione sul fenomeno ci ha pensato un recente report di Changing Markets Foundation. Esso ha mostrato quanto le multinazionali siano ben disposte ai proclami, ma non alla trasparenza. La fondazione ha, dunque, messo a disposizione degli utenti la piattaforma Greenwash.com, dove è possibile consultare i dati sull’impronta ambientale di diverse aziende. L’accusa rivolta a varie realtà è quella di presentare al mondo il proprio packaging come sostenibile, quando riciclo e riciclabilità sono, invece, solo ai margini del progetto.

Coca Cola e altri grandi nomi

Le aziende accusate di greenwashing sugli imballaggi sono molte. Coca Cola è in cima alla lista. Il brand presenta con orgoglio le proprie bottiglie fatte per il 25% da plastica marina. Tralascia, però, di essere nell’ambito l’azienda più inquinante del mondo e non pianifica una strategia risolutiva. Il packaging della linea di biancheria intima Skims di Kim Kardashian viene, invece, mostrata come plastic free, quando è composta di plastica di tipo 4. Mentos esibisce le scatole di caramelle in carta, non sottolineando che si tratta di un composto non riciclabile. Il discorso per gli shampoo Head and Shoulders di Procter and Gamble è simile. Le bottiglie sono, sì, in “plastica da spiaggia” ma essendo tinte di blu non sono ulteriormente riciclabili. Unilever ha, infine sostituito le bottiglie di detersivo in PET con confezioni contenenti solo due ricariche non riciclabili.

Intervenire

Il report non appare incoraggiante. Sian Sutherland, co-fondatrice di Plastic Planet ha sottolineato che negli ultimi anni la questione plastica è diventata estremamente popolare e le grandi aziende ne stanno approfittando. Il fatto che alle parole non facciano seguito veri cambiamenti lo si intuisce, però, anche dalle stime che pronosticano un triplicare della produzione mondiale di tale materiale entro il 2040. A tutela dei consumatori sono ora richiesti provvedimenti puntuali e severi che obblighino le multinazionali a portare prove delle proprie affermazioni e rendano vane le dichiarazioni forvianti. Acquistare con coscienza rimane, comunque, un dovere di ciascuno.

Puntare su imballaggi sostenibili dovrebbe essere un obiettivo di tutte le aziende, ma spesso limitarsi al greenwashing sembra la scelta più popolare. Ogni anno in mari e oceani finiscono circa 8 milioni di tonnellate di plastica e tale dato non può più essere ignorato. Forse la prossima volta che cercheremo di decidere come dissetarci al supermercato i dubbi sul gusto saranno sostituiti da ben altri quesiti.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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