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Google per il clima

Google per il clima

Cosa sta facendo una multinazionale come Google per il clima? Quali sono le iniziative promosse per la salvaguardia dell’ambiente?

Il riscaldamento globale è una delle tematiche più discusse degli ultimi anni ed è inevitabile che un nuovo impegno sia richiesto anche alle multinazionali del calibro di Google, per il clima e la salvaguardia dell'ambiente. Dall’analisi delle emissioni di CO2 al progetto Heritage on the Edge, vediamo di capire come si è mosso e come si sta muovendo il colosso di Mountain View.

Sono trascorsi un paio di anni da quando oltre 1.000 dipendenti di Google hanno firmato una lettera indirizzata al CEO dell’azienda chiedendo a gran voce non solo una riduzione delle emissioni dell’azienda entro il 2030, ma anche una presa di posizione nei confronti dei finanziamenti che ogni anno venivano elargiti ai «nemici del clima»: aziende deputate all’estrazione di combustibili fossili, negazionisti dei cambiamenti climatici e via dicendo. La risposta si sta facendo attendere, tuttavia non mancano le iniziative messe in atto da Google per il clima.

Analisi delle emissioni e salvaguardia dei monumenti

Sondando le azioni passate dell’azienda, una in particolare è degna di nota: l’analisi delle emissioni di carbonio. Nel 2018 l’impegno di Google per il clima era emerso quando l’azienda aveva reso nota tutta una serie di informazioni sul traffico di alcune delle più grandi città americane con lo scopo di rendere più respirabile l’aria attraverso provvedimenti specifici. Ad esempio, nelle città in cui la principale fonte di inquinamento sono i trasporti privati andrebbero potenziati i servizi pubblici perché, afferma Saleem Van Groenou, program manager di Google Earth: «Il primo passo verso l’azione per il clima è la creazione di un inventario delle emissioni. Capire la situazione attuale, città per città, ed elaborare proposte di soluzione - questo è un problema di informazione, e Google può essere d’aiuto».

A questo va ad aggiungersi un programma di tutela del patrimonio culturale avviato nel 2018 con Open Heritage e proseguito nel 2020 con Heritage on the Edge. Entrambi facenti parte del Google Arts & Culture, hanno lo scopo di mappare i monumenti creando un archivio digitale in grado di resistere al passare del tempo. Se il primo progetto avevo lo scopo di rendere fruibili a tutti i più grandi monumenti patrimonio UNESCO e non solo, il secondo nasce con l’intento di «salvare» le località più importanti da un punto di vista culturale dai cambiamenti climatici. Grazie ai droni e agli scanner 3D, accompagnati dall’esperienza degli esperti locali, sono già stati mappati cinque siti a rischio (la città vecchia di Edimburgo, la città-moschea di Bagerhat in Bangladesh, Kilwa Kisiwani in Tanzania, la città antica di Chan Chan in Perù ed infine l’Isola di Pasqua).

Cosa si inventerà ancora Google per il clima, utilizzando la sua tecnologia al servizio dell’ambiente? Non ci resta che attendere per scoprirlo.


Beatrice Piselli
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Dopo una Laurea in Ingegneria mi sono allontanata dai numeri e avvicinata a nuove forme di espressione, come la fotografia e la scrittura. Il mio blog, Il Cucchiaio Verde, racchiude entrambe le passioni e ha come filo conduttore uno stile di vita vegetariano.
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Dopo una Laurea in Ingegneria mi sono allontanata dai numeri e avvicinata a nuove forme di espressione, come la fotografia e la scrittura. Il mio blog, Il Cucchiaio Verde, racchiude entrambe le passioni e ha come filo conduttore uno stile di vita vegetariano.
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