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Giornata nazionale degli alberi: ecco 4 tra le specie più belle al mondo

Giornata nazionale degli alberi: ecco 4 tra le specie più belle al mondo

Dall’abete rosso al kauri neozelandese, in occasione della Giornata nazionale ecco 4 tra le più belle specie di alberi al mondo

Anche quest’anno si celebra la Giornata nazionale degli alberi, istituita dal Ministero dell’ambiente nel 2013. L’obiettivo è quello di promuovere la tutela dell’ambiente, la riduzione dell’inquinamento e la valorizzazione degli alberi. E quale miglior modo se non approfondire alcune specie tra le più belle per celebrare questo giorno? Dall’abete rosso al kauri neozelandese, ecco 4 alberi meravigliosi provenienti da tutto il mondo.

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Foto: Bergadder @pixabay

Abete rosso o peccio

L’abete rosso o peccio (Picea abies) include una fascia del Nordeuropa e le montagne del centro e del sud. La corteccia è di colore grigio-bruno e tende a sfaldarsi, la conifera è a forma piramidale mentre le pigne sono lunghe e cilindriche. Il peccio può crescere fino a 50 m di altezza, ma i rami più bassi tendono a cadere dopo circa vent’anni. Il tronco principale, invece, può vivere fino a 400 anni tanto che a volte i rami entrano in contatto con il terreno, mettono radici e danno via a un nuovo processo di stratificazione.

Ad ogni modo, se immaginate il classico albero di Natale, l’abete rosso è proprio il primo che vi verrà in mente. Ogni anno, infatti, in segno di gratitudine per gli aiuti durante la guerra, Oslo ne dona uno a New York, uno a Washington e uno a Londra da esporre nelle grandi piazze. Ma questa specie non è solo un simbolo natalizio o decorativo: in virtù del suo “legno di risonanza”, l’albero viene usato per fabbricare le casse armoniche degli strumenti a corde di tutto il mondo. L’abete più vecchio del mondo? Si trova nella zona di Dalarna, in Svezia ed è conosciuto come Old Tjikko. Decisamente una tra le più belle specie di alberi al mondo!

Albero della lacca

La linfa dell’albero della lacca (Toxicodendron vernicifluum) fornisce uno dei materiali per realizzare dei bellissimi pezzi di artigianato. La pianta può arrivare fino a 20 m d’altezza e fiorisce sulle colline e nei boschi montani fino a circa 3.000 metri. La sua chioma è simmetrica e regolare, le sue foglie sono grandi e i suoi frutti sono grinzosi e piccoli come un pisello. Tuttavia, la sua bellezza, a differenza di altri alberi, si perde con il tempo pur restando tra le specie più belle al mondo. L’albero della lacca ha la sua origine nella Cina centrale, ma fu introdotto in Giappone circa 5.000 anni fa. Furono proprio i giapponesi a perfezionare la tecnica della laccatura, che divenne una vera e propria arte nel XVII secolo.

Fino alla restaurazione Meiji del 1868, ogni prezioso albero destinato all’estrazione della linfa era registrato ed erano previste punizioni per chi ne danneggiava la corteccia. Basti pensare che i proprietari dovevano perfino chiedere un permesso speciale alle autorità per tagliare anche un singolo ramo secco. Oggi, però, la maggior parte della linfa viene importata nuovamente dalla Cina. Ma l’albero della lacca ha anche una storia macabra: fino al XIX secolo i monaci asceti del Nord del Giappone usavano la linfa dell’albero per preparare una bevanda (tè urushi) col fine di trasformare lentamente il proprio corpo in una mummia.

Kauri neozelandese

Il kauri neozelandese (Agathis australis) è famoso per la sua altezza e per il suo ruolo culturale e storico simile a quello della sequoia sempreverde che cresce in California. L’albero si trova all’estremo Nord della Nuova Zelanda e può arrivare fino a 45 m. Non solo, molti dei suoi esemplari vivono perfino 500 o 800 anni. Le sue radici sono molto robuste e, lunghe fino a 5 m, si estendono verso il basso e forniscono un solido appoggio quando c’è vento forte. L’imponenza del kauri neozelandese lo rende davvero una delle specie più belle del mondo, grazie anche al suo tronco grigio ricoperto di placche in modo uniforme e dalla forma perfettamente cilindrica, dal diametro di 5 m.

La peculiarità di quest’albero è che possiede un interessante strumento di difesa: la resina. Quest’ultima crea una barriera fisica che copre le ferite, intrappolando gli insetti che si nascondono al suo interno. Tra i vari usi della resina che facevano i Maori, giunti in Polinesia verso il XIII secolo, si racconta che la bruciavano, riducendola in polvere nera che, unita al grasso, formava un pigmento blu scuro-verdastro usato per i tatuaggi.

Anacardio

L’anacardio (Anacardium occidentale) è originario del Brasile ed è stato coltivato per secoli dalle popolazioni indigene. Tuttavia, i colonizzatori portoghesi verso il XVII secolo capirono il suo grande valore e iniziarono a diffonderlo nel loro impero. Così nel tempo arrivò nell’Africa Orientale e in India. L’albero è sempreverde, dai rami cespugliosi e dalle foglie coriacee. Potenzialmente l’anacardio può crescere fino a 15 m, ma per rendere più facile il lavoro degli agricoltori sono stati creati esemplari “nani”.

Questa specie produce i cosiddetti “pomi di anacardio” o peduncoli che sono così gonfi da sembrare dei frutti (il pomo, infatti, assomiglia ad una pera). Il seme è racchiuso nel guscio e penzola all’esterno del pomo. A proteggere la noce è un olio caustico che ne impedisce l’assimilazione. Per poterli mangiare bisogna far bollire le noci affinché queste si possano aprire, per poi grigliare i semi eliminando ogni traccia di veleno. I pomi, invece, essendo commestibili sono utilizzati dagli abitanti di Goa per produrre un liquore.

Si dice che le specie di alberi nel mondo siano circa 73.000 e 9.000 quelle ancora da scoprire. Oggi abbiamo visto alcune delle specie più conosciute e più belle del mondo, ma ce ne sono ancora moltissime da approfondire. Tra queste qual è la vostra preferita?


Cristina Morgese
Cristina Morgese
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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