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Genetica dei mammiferi: l’impatto del cambiamento climatico

Genetica dei mammiferi: l’impatto del cambiamento climatico

Urbanizzazione e cambiamento climatico stanno influenzando la genetica dei mammiferi. La biodiversità è in pericolo e intervenire non è semplice.

Grazie a uno studio guidato dall’Università di Copenaghen, alcuni scienziati hanno approfondito il rapporto tra genetica dei mammiferi e cambiamento climatico. L’innovativa ricerca ha permesso di colmare molti vuoti, ma ha sollevato diverse preoccupazioni. I dati sulla biodiversità appaiono allarmanti, così come gli scenari futuri, ma lo studio rappresenta un utile strumento di intervento.

Genetica dei mammiferi

La ricerca:

In futuro, sviluppo della civiltà umana e cambiamento climatico avranno un impatto notevole sulla diversità genetica dei mammiferi. Negli ultimi 200 anni questo campo è stato spesso esplorato, ma le conoscenze sono rimaste a lungo limitate. Un gruppo di ricercatori ha ora combinato i dati provenienti dalle banche genetiche scientifiche con le proiezioni di vari scenari. A fare la differenza durante gli 8 anni di lavoro, è stata l’analisi dei dati mitocondriali. David Nogues Bravo, autore leader, ha spiegato che la diversità mitocondriale fornisce informazioni importanti sulle capacità adattive di una specie. Analizzandone l’evoluzione, è dunque possibile stabilire come la diversità genetica dei mammiferi, nelle varie aree geografiche, subisca, e subirà, l’influenza di clima e umanità.

Preoccupazioni:

L’uomo, con le sue azioni, sta influendo sulla diversità genetica dei mammiferi in modo determinante e non omogeneo. Il 50% delle aree meno ricche di biodiversità, in cui rientrano tundra e taiga, sperimenteranno un aumento di almeno 2°C delle temperature annue. Aree più ricche, come le foreste tropicali, li eccederanno e vedranno i propri territori ridotti del 5-10%. Ecosistemi come giungla, savana o foreste di mangrovie subiranno dunque i danni maggiori, ma nessuna perdita potrà essere trascurata. Bravo ha infatti spiegato che in una zona che ospita meno specie di mammiferi come la Scandinavia, la scomparsa dei soli orsi polari potrebbe alterare l’intero ambiente.

Le prospettive:

Riscaldamento globale e urbanizzazione rischiano di ridurre significativamente il numero di specie di mammiferi presenti sulla Terra. Gli autori dello studio si aspettano che la loro mappatura della diversità genetica dei mammiferi possa aiutare i governi a stabilire una scala di priorità. Le Nazioni Unite l’hanno già definita un’importante risorsa in vista dei prossimi vertici internazionali per la conservazione. Gli scienziati sperano, poi, si tratti solo di un primo passo. Bravo ha sottolineato che l’obiettivo è condurre ricerche simili anche su altre forme di vita. Le specie di rettili, anfibi, insetti e funghi sono comunque molto più numerose e questo dilaterà i tempi.

La ricerca sulla distribuzione della diversità genetica dei mammiferi sul pianeta non può che allarmare. In futuro la popolazione terrestre è destinata ad aumentare e, con essa, lo spazio di cui avranno bisogno infrastrutture e agricoltura. Perché le 5.000 specie di mammiferi oggi esistenti non diventino un ricordo, il concetto di sviluppo sostenibile dovrà diventare ben più che una definizione.


REDAZIONE
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