Gabbie per le galline da uova: quali aziende italiane le stanno eliminando

La reclusione in gabbie per le galline da uova rappresenta una tortura e molte aziende sembrano averlo compreso. Il 17 novembre l’ONG Compassion in World Farming ha lanciato l’ultimo report globale EggTrack, volto a fare luce sulla questione, e ha mostrato risultati ambivalenti. La situazione in Italia appare in linea con quella osservata in altri Paesi, ma ora costruire un futuro sulle solide basi gettate è una priorità.

Il report EggTrack:
L’utilizzo di gabbie per le galline da uova negli allevamenti rappresenta una pratica da eliminare e l’impegno concreto non manca. Compassion in World Farming con il suo report annuale EggTrack mira a favorire la transizione promuovendo la trasparenza e fornendo un quadro chiaro sugli sviluppi. Nell’ultima analisi, l’ONG si è concentrata su 219 aziende, di cui 92 operanti in tutto il mondo, 52 solo in Nord America e 75 in Europa. Il 71% della realtà totali ha condiviso i progressi fatti nell’abbandono delle gabbie e per quelle attive nel Vecchio Continente tale percentuale sale a 84. Tra quelle più in linea con gli obiettivi fissati figurano Nestlé, Yum! Brands, Domino's, e Schwarz Group.
La situazione in Italia:
La volontà di abbandonare le gabbie per le galline ovaiole appare forte anche in Italia. Delle 30 aziende qui analizzate 23 hanno comunicato i progressi fatti. Tra le 7 che non hanno condiviso i dati sulla transizione rientrano Autogrill, Flunch e Gruppo Pellegrini. Paluani ha, invece, superato la data che si era prefissata, ma non ha fornito adeguamenti. 6 nuove aziende, tra cui San Montana e Aldi, hanno aggiornato le proprie comunicazioni e hanno dichiarato di aver abbandonato al 100% le gabbie. 11 imprese hanno poi dichiarato di voler rinunciare anche ai sistemi combinati, caratterizzati da cancelli, che, all’occorrenza, possono rinchiudere gli animali. Bauli, Gruppo DAC e Unes rimangono escluse da Egg Track, per l’impossibilità di reperire loro comunicazioni pubbliche sulla questione.
Gabbie e futuro:
I dati sull’abbandono delle gabbie per le galline da uova sono indicativi. Il mercato si sta adeguando a un’esigenza condivisa e lo stesso vale per le norme. La Commissione Europea ha, infatti, stabilito a giugno che entro il 2027 le gabbie dovranno essere eliminate. Ciò è stato reso possibile dall’iniziativa End The Cage Age, sostenuta da 1.4 milioni di cittadini, 170 ONG e diverse industrie del settore. Il campo della ristorazione appare, comunque, più all’avanguardia rispetto a quello dei supermercati, che si sta, però, adeguando. Un ruolo di rilievo spetta ora ai consumatori, tenuti a informarsi sulla provenienza delle uova. Acquistare consapevolmente è infatti una responsabilità di ciascuno.
L’utilizzo di gabbie per le galline da uova non può più essere tollerato. Le immagini degli allevamenti intensivi, popolati da animali costretti a vivere in condizioni igieniche precarie sono tristemente note. Le uova rimangono un elemento chiave della nostra dieta. Forse, però, da consumatori attenti, il detto secondo cui i dolci farebbero bene all’anima, potrebbe persino apparirci più vero.
