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Foreste tropicali a rischio: la natura oppone resistenza

Foreste tropicali a rischio: la natura oppone resistenza

Le foreste tropicali a rischio sono molte, ma alcuni studi hanno rilevato dati incoraggianti. La situazione resta critica, ma la natura ha le sue armi.

Il cambiamento climatico e l’inquinamento mettono le foreste tropicali a rischio. Questi ecosistemi, però, si mostrano meno fragili del previsto. La natura rivela infatti capacità di adattamento incredibili. I risultati più incoraggianti arrivano dallo studio sula Biosfera 2, ma non mancano altre ricerche sulla stessa linea. Le prospettive future appaiono più rosee, ma l’allarme resta alto.

Foreste tropicali a rischio

La Biosfera 2:

La Biosfera 2 è una struttura sperimentale in Arizona, rivelatasi fondamentale per lo studio delle foreste tropicali a rischio. Lì si trova infatti una foresta tropicale di mezzo acro posta sotto una piramide di vetro alta 30m. Marielle Smith, della Michigan State University, l’ha sfruttata per analizzare le reazioni degli alberi a temperature in aumento e umidità costante. Il tasso di fotosintesi è rimasto costante fino ai 38°C, mentre abitualmente precipita a 28°C. Gli alberi si sono mostrati insomma in grado di resistere a temperature maggiori di quelle previste per il 2100. La variabile determinante è la secchezza dell’aria. Le piante infatti, interrompono la fotosintesi quando, per trattenere acqua, chiudono gli stomi.

Gli altri studi:

Altri team si sono occupati delle foreste tropicali a rischio. Klaus Winter del Smithsonian Tropical Research Institute, ha costruito diverse cupole geodetiche. All’interno di esse ha rilevato che dei piccoli alberi ben idratati riuscivano a crescere nonostante alti tassi di CO2. Il botanico Martijn Slot ha evidenziato che le stesse piante coltivate a temperature diverse mostrano diversi punti ottimali di fotosintesi, anche intorno ai 35°C. Ha definito quindi la plasticità una variabile fondamentale. Le conferme sono arrivate anche dai dati sulla foresta brasiliana. Le aree di bassa boscaglia, con accesso ad acque sotterranee, infatti, sono riuscite a svilupparsi anche NEI periodi di siccità.

L’allarme rimane:

I dati sulle foreste tropicali a rischio sono incoraggianti ma non devono illudere. Nessuno degli studi può ritenersi esaustivo. Una simulazione sperimentale globale non è infatti possibile. Replicare la varietà di tali ecosistemi è poi impensabile. Non si può nemmeno escludere che in futuro possano verificarsi siccità molto più severe di quelle conosciute finora. Lo scienziato Nate McDowell ha dunque affermato che i nuovi studi sono incoraggianti ma non offrono garanzie. Il cambiamento climatico ha già inficiato la capacità di crescita di assorbimento e degli alberi. Non è chiaro se elevati livelli di CO2 li aiuteranno effettivamente ad affrontare l’aria più secca che li attende.

Le foreste tropicali a rischio ci ricordano quanto la natura sappia essere resiliente. Scott Saleska, della University of Arizona, ha sottolineato che la biologia sa essere ingegnosa. Smith, d’altra parte, ha affermato che forse involontariamente stiamo rendendo l’Amazzonia più resistente, ma meno abile nell’assorbire CO2. Chi sia più fragile tra umanità e natura sembra, insomma, fin troppo evidente.


REDAZIONE
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