Fiumi in Europa: nel 2021 record di dighe rimosse per tutelare la biodiversità

Nel 2021 il numero di dighe rimosse dai fiumi in Europa ha raggiunto un record. A renderlo noto ci ha pensato il report annuale di Dam Removal Europe. Ciò risulta fondamentale per la tutela della biodiversità, ma alcuni Paesi si confermano ancora non al passo. L’impatto degli sbarramenti sugli ecosistemi fluviali è drammatico e programmare nuovi interventi appare d’obbligo.

Record di dighe rimosse
Il Dam Removal Europe ha mostrato dati interessanti sulla rimozione delle dighe dai fiumi in Europa. Il rapporto annuale, a cui collaborano fra gli altri World Fish Migration Foundation e WWF, ha, infatti, presentato il 2021 come un anno da record. In 12 mesi sono stati eliminati ben 239 sbarramenti fluviali in 17 Paesi europei. A guidare la classifica troviamo la Spagna, con 108 smantellamenti. Tra essi spicca quello della diga di Anllarinos, alta 13 m. Slovacchia, Portogallo e Montenegro hanno, poi, effettuato per la prima volta una rimozione, mentre la Finlandia ha demolito persino una centrale idroelettrica. Il 76% degli impianti rimossi sono di altezza inferiore ai 2 m, ma, come visto, non mancano le eccezioni.
Perché rimuovere le dighe dai fiumi?
In Europa, e non solo, rimuovere le dighe dai fiumi dovrebbe essere considerata una priorità. Gli sbarramenti bloccano, infatti, le migrazioni dei pesci e ciò si ripercuote in modo drammatico su diverse specie, tra cui salmoni, anguille e storioni. Il meccanismo che si innesca è, quindi, quello di un effetto domino. La circolazione dei nutrienti nei fiumi diventa più complicata e molti animali si vedono privati delle proprie prede. In Europa i numeri dei pesci migratori d’acqua dolce sono già calati del 93% in 50 anni. Molte delle dighe collocate nei corsi d’acqua sono, poi, vecchie e in cattive condizioni. Ciò costituisce un problema di sicurezza pubblica ed espone l’ambiente a ulteriori rischi di inquinamento.
Un traguardo ma…
Il numero record di dighe rimosse dai fiumi in Europa nel 2021 fa ben sperare, ma guardare a esso solo con soddisfazione è un errore. Nei corsi d’acqua del vecchio continente ci sono, infatti, circa 1.2 milioni di barriere. Di esse 150.000 sono ritenute inutili e agire per smantellarle risulta prioritario. Varie ONG si stanno muovendo con campagne di sensibilizzazione e crowdfunding, ma in vari Paesi la spinta decisiva sembra mancare. L’Italia figura, purtroppo, tra le grandi realtà non al passo e le opere procedono a rilento anche nelle nazioni dell’Est. Nella sua strategia di tutela della biodiversità l’UE mira a ripristinare 25.000 km di flusso fluviale libero entro il 2030, ma la strada si mostra ancora lunga.
Tutelare la biodiversità dovrebbe rappresentare un proposito chiave nel nostro tempo, ma, spesso, tale consapevolezza sembra mancare. Il 137% in più di dighe rimosse dai fiumi in Europa nel 2021, rispetto al 2020, fa da piacevole eccezione. Ora la speranza è che il 2022 sappia confermare le attese e che il salto si trasformi in una salita costante.
