Fattorie sotterranee nelle vecchie miniere inglesi abbandonate

Trasformare in moderne fattorie sotterranee le vecchie miniere abbandonate. L’idea arriva dall’Università di Nottingham nel Regno Unito. I ricercatori sono convinti di poter recuperare i vecchi tunnel dismessi, espressione del passato industriale inglese, in una nuova efficiente e altamente produttiva fonte di cibo.
Da miniere abbandonate a fattorie sotterranee
Nella sola Inghilterra esistono qualcosa come 1500 miniere abbandonate, non solo, anche vecchi bunker e tunnel usati durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale costellano le isole britanniche. Invece che lasciare miliardi di chilometri cubi di tunnel all’abbandono, i ricercatori inglesi sono convinti che questi possano rappresentare l’ambiente ideale dove produrre verdure in una vasta rete di serre idroponiche.
Secondo i sostenitori non solo il progetto permetterebbe recuperare parte delle miniere abbandonate, ma sarebbe anche un’alternativa più economica alla creazione di nuove fattorie verticali urbane. Oltre a produrre qualcosa come dieci volte di più di una fattoria a terra grazie all’automazione. La luce verrebbe fornita attraverso una rete di illuminazione a LED mentre l’irrigazione e i nutrienti necessari alla pianta verrebbero forniti in modo automatizzato.
Perché sottoterra nelle vecchie miniere
L’idea di fattorie sotterranee non è certo nuova ma è la prima volta che si pensa in così larga scala. A Londra un vecchio bunker antiaereo nei pressi di Clapham Common sta già venendo utilizzato come fattoria urbana sotterranea fornendo verdure a supermercati e ristoranti della zona. Nei vecchi tunnel minerari la situazione non sarebbe troppo differente con le piante coltivate in apposite scaffalature verticali.
A interessare sono certo anche i bassi costi, secondo il professor Saffa Riffat dell’Università di Nottingham la «riconversione» di vecchi tunnel minerari in fattorie sotterranee potrebbe costare solo fino a 33mila euro per tunnel, con costi di produzione e consumi contenuti. Al contrario, soli 7 metri quadrati riuscirebbero a produrre fino a 80 tonnellate di verdure all’anno. Produrre sottoterra consente di evitare di esporre le colture ai capricci del clima e all’inquinamento atmosferico e del terreno. L’idea pare stia guadagnando già il supporto di diverse associazioni minerarie oltre che del governo cinese dove le miniere abbandonate ammontano a oltre 12.000 sul territorio nazionale.
