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Gli elefanti soffrono la solitudine, ecco come la cattività li influenza

Gli elefanti soffrono la solitudine, ecco come la cattività li influenza

La solitudine può danneggiare il cervello degli elefanti e, considerando i molti esemplari in cattività, gli animalisti provano a farsi sentire

Gli elefanti sono animali sociali, ma spesso la vita in cattività non prevede per loro altro che solitudine. La scienza ha ora dimostrato che tale condizione è per i grandi mammiferi un tormento e, a lungo andare, finisce persino per danneggiare il loro cervello. Ora intervenire appare d’obbligo, ma le leggi non offrono, purtroppo, spesso, un solido appiglio.

elefanti solitudine
Foto: Harvey Sapir @Pexels

Elefanti animali sociali

Diversi studi hanno dimostrato che per gli elefanti la solitudine rappresenta una sofferenza. In natura questi animali, soprattutto le femmine, vivono in mandrie numerose e costruiscono legami familiari solidi. Il cervello di tali mammiferi è molto complesso. Nella corteccia cerebrale hanno neuroni dai dendriti lunghi e ramificati, per altro, nello stesso numero degli umani. Possiedono, poi, neuroni piramidali di dimensioni significative e tutto ciò indica che la loro capacità di organizzare le informazioni è ampia. Secondo gli studi gli elefanti, dopo 27 anni di separazione, sono ancora in grado di riconoscere l’odore della madre. In natura distinguono, poi, le voci di un centinaio di esemplari diversi e sembrano avere anche una memoria a breve termine molto organizzata.

Elefanti e solitudine

La solitudine spesso associata alla cattività è in grado di indurre profondi cambiamenti negli elefanti. Oggi sappiamo che, nell’uomo, spendere più di 10 giorni in isolamento non volontario può causare problemi fisico-psichici, nonché attacchi di panico. Per gli elefanti il discorso non è così diverso. Costretti in gabbie senza simili con cui interagire, o spazi da esplorare, incorrono infatti nelle cosiddette stereotipie. Ripetono, cioè, comportamenti senza scopo, a cui porre un freno è, poi, complesso. Il continuo ondeggiamento, o il dondolio della testa ne sono degli esempi. La mancanza di stimoli trasforma degli animali per natura sempre in attività in esseri passivi, con la tendenza a rimanere immobili e chiusi.

Proteggere gli elefanti

Evitare che in cattività gli elefanti siano costretti a sopportare la solitudine non è semplice. Negli USA, per esempio, questa necessità è ben nota, ma la legge offre fin troppi escamotage. Per poter ospitare uno dei grandi mammiferi è, infatti, sufficiente che una struttura possieda lo spazio per ospitare almeno 3 femmine. Accoglierle non è, nella pratica, necessario. Molte ONG si stanno impegnando per intervenire, ma progredire nella ricerca perché la scienza offra solide basi risulta vitale. Studiare gli elefanti non è, però, logisticamente semplice e anche i fondi spesso scarseggiano. Trasportare gli animali dalle gabbie alle riserve naturali è, poi, complicato e l’alto tasso di mortalità delle operazioni, ancora parzialmente incompreso, lo mostra.

Immaginare che gli elefanti possano soffrire di solitudine potrebbe apparire strano, ma la scienza parla chiaro. L’uomo si è ormai abituato a collocare se stesso su un piedistallo, e spesso guardare la natura dall’alto in basso porta a vedere una realtà distorta. Forse la prossima volta che ci troveremo davanti a un ben noto cartone animato riusciremo persino a guardarlo con maggiore tristezza.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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