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La differenza tra le fibre tessili naturali e artificiali

La differenza tra le fibre tessili naturali e artificiali

Le artificiali sono derivate da materiali naturali ma lavorati chimicamente: ecco la differenza tra fibre tessili naturali e artificiali.

Per mettere a fuoco la differenza tra fibre tessili naturali e artificiali dobbiamo partire dalla definizione stessa di fibre tessili. Queste sono l’insieme di prodotti fibrosi che, uniti attraverso filatura, danno origine ai tessuti utilizzati dall’industria dell’abbigliamento e dell’arredo.

Principalmente, le fibre tessili si distinguono in fibre naturali, artificiali e sintetiche. Proprio queste ultime, le artificiali e le sintetiche, dagli anni ’60 in poi hanno conosciuto un grandissimo sviluppo e oggi rappresentano oltre il 60% di tutte le fibre usate nel settore. 

Fibre naturali, sintetiche e artificiali 

Si dicono fibre naturali tutte quelle fibre tessili ottenute da materiali di origine vegetale o di origine animale. Appartengono al primo gruppo il cotone, il lino o la canapa. Al secondo, materiali come la seta, la lana o il cashmere. Sono queste fibre antiche, che nascono da materiali presenti in natura e che da sempre sono utilizzate e apprezzate per la loro semplicità in filatura. 

Poi ci sono le fibre man made, o tecnofibre, cioè quelle artificiali e quelle sintetiche, prodotte attraverso una serie di processi chimici sulla materia prima. Le fibre artificiali, però, si ottengono dalla lavorazione di materie prime di origine naturale, generalmente cellulosa o proteine animali e vegetali, rielaborate e trasformate in filato attraverso il processo chimico. Le fibre sintetiche, invece, sono create direttamente dalla trasformazione di prodotti chimici, per lo più derivati del petrolio. Parliamo quindi principalmente di poliestere, nylon e acrilico.

Fibre tessili naturali e artificiali: le differenze

Tornando alla differenza tra tessili naturali e artificiali, dobbiamo allora dire che il filato naturale si ottiene da materie prime naturali lavorate attraverso processi esclusivamente meccanici e che non presuppongono l’utilizzo di espedienti chimici. 

Le fibre artificiali, invece, sono tutte quelle fibre ricavate da materiali di origine naturale che però necessitano di una trasformazione chimica per diventare filato. Ci riferiamo principalmente al rayon, quindi alla viscosa o all’acetato. 

Sulle fibre artificiali 

La storia delle fibre artificiali inizia già molto tempo fa quando in Germania, agli inizi del 900, venne prodotto il primo tessuto ottenuto dagli scarti del cotone. Con il cupro venivano realizzate per lo più calze femminili per via dell’effetto setoso del filato, meno pregiato della seta, ma più fine del cotone. 

Grazie al potenziale dimostrato dal cupro, le fibre artificiali hanno suscitato un grande interesse sul mercato e l’industria ha puntato sul loro sviluppo. Compatibili o quasi con le esigenze di una moda più sostenibile ed ecologica, le fibre tessili artificiali oggi sono spesso completamente biodegradabili, facili da lavorare e, a livello ambientale, sono considerate meno impattanti per la salute del pianeta rispetto alle fibre sintetiche. Ciò però non significa che non concorrano ai problemi ambientali causati e legati al settore del tessile. 

C'è, infatti, una stretta correlazione tra settore tessile e deforestazione, essendo le fibre artificiali in gran parte prodotte dalla cellulosa del legno. Per questo oggi l'attenzione e la ricerca delle aziende più responsabili sono tutte orientate verso le fibre naturali sostenibili.


Elza Coculo
Elza Coculo
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Giornalista pubblicista, in continua formazione per attitudine, mi piace scrivere di tematiche ambientali, sostenibilità e innovazione. Attenta al presente, curiosa per il futuro, sono un’ottimista, convinta che l’unica cosa che ci renda migliori sia la volontà di migliorarsi.
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