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Dalla birra alla bioplastica: i gusci di mandorla e i riutilizzi incredibili

Dalla birra alla bioplastica: i gusci di mandorla e i riutilizzi incredibili

I gusci di mandorla sono un prodotto di scarto in crescita ma la loro vita può essere allungata. In un laboratorio del Dipartimento dell’Agricoltura USA ricercatori hanno messo a punto svariati metodi per riutilizzarli.

I gusci di mandorla sono un prodotto di scarto sempre più abbondante. Il mercato delle mandorle è infatti in forte crescita, vi abbiamo già accennato di come negli Stati Uniti il «latte» di mandorle è divenuto il più consumato, prima ancora di quello di soia. La necessità di far fronte ad una quantità sempre più elevata di gusci ha portato l’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura americano a sviluppare diverse tecniche per riutilizzarli in nuovi prodotti arrivando a soluzioni come bioplastica e… birra.

Tanti, troppi gusci

Dentro nei laboratori dell’Università di Berkley in California, i ricercatori incaricati dall’USDA stanno lavorando alacremente per trovare una soluzione al problema dei gusci di mandorla. Se vi sembra un problema di poco conto, vi basti considerare che nel 2017 nella sola California sono stati prodotti qualcosa come 5,2 milioni di tonnellate di gusci. Per ogni chilogrammo di mandorle prodotte se ne producono due di gusci. Si potrebbe quasi dire che il vero prodotto non sia tanto la mandorla in sé, ma il suo contenitore.

Generalmente i gusci più piccoli finiscono a nei mangimi per l’allevamento animale ma, col mercato del latte animale in restringimento e quello del «latte» vegetale in espansione, si producono oggi più gusci di mandorle di quanto il mercato dei mangimi è in grado di assorbire. Certo, esiste sempre la soluzione di gettare tutto in un impianto di cogenerazione a biomassa e risolvere il problema bruciandolo, eppure i ricercatori americani stanno tentando un approccio più elegante e sostenibile.

Bioplastica il principale candidato

Uno dei principali riutilizzi su cui insistono da Berkley è la bioplastica. Nei laboratori infatti stanno lavorando per la creazione di piatti e posate riciclabili e biodegradabili partendo dai gusci oppure utilizzando una polvere ottenuta dalla frantumazione dello scarto per rinforzare bioplastiche ottenute da altri elementi di partenza.

Non solo: a quanto pare i gusci di mandorla funzionano bene anche per «rinforzare» la plastica riciclata tradizionale. La plastica riciclata infatti manca di quelle componenti strutturali come rigidità e resistenza al calore della plastica nuova. L’integrazione con polvere di gusci di mandorla potrebbe risolvere questo problema. Oppure, presto potremo vedere i gusci di mandorla finire come colorante nei pneumatici per renderli scuri al posto dei prodotti di origine petrolifera utilizzati attualmente.

Gusci di mandorle in birra: è possibile

Ma se plastica e pneumatici non sono il vostro genere, che ne dite allora di una birra? Si, perché a quanto pare i gusci di mandorla sono ricchi di zuccheri. Questi zuccheri possono venire estratti e reimpiegati in svariate produzioni come sidro o birra oppure semplicemente come dolcificante alternativo. I ricercatori stanno anche sperimentando nel riutilizzare questi zuccheri per sostenere le api durante l’inverno invece dello sciroppo di mais.

Una volta che lo zucchero viene estratto, i gusci possono venire impiegati nella coltivazione dei funghi. I ricercatori stanno considerando infatti quanto bene i funghi possono crescere sui gusci di mandorla invece che sullo sfagno, un tipo di muschio generalmente utilizzato per queste coltivazioni. In diverse fattorie californiane invece si sta semplicemente provando a utilizzare i gusci come concime. Lo scopo, spiegano da Berkley, è quello di trovare un nuovo mercato per i gusci di mandorla e trasformare un problema in una risorsa in grado non solo di evitare che i gusci finiscano in discarica, ma anche di creare una nuova opportunità commerciale.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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