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Crocchette di pollo e capitalismo: uno strano legame

Crocchette di pollo e capitalismo: uno strano legame

Cosa c’entrano crocchette di pollo e capitalismo? Lo racconta Raj Patel, saggista esperto del mercato agroalimentare, illustrando le 6 colonne che hanno permesso alle crocchette di pollo e al capitalismo di prosperare. Almeno finora.

Le crocchette di pollo e il capitalismo sembrerebbero legati da un sottile filo rosso. A sostenerlo Raj Patel, autore di cui vi abbiamo già parlato, che spiega in maniera affascinante come queste due entità apparentemente lontane anni luce siano intimamente legate. Sono sei in particolare i pilastri che crocchette di pollo e il capitalismo condividono, sei fattori economici a basso costo vitali per entrambi: lavoro, salute, cibo, soldi, energia e vite. Stiamo per vederle sparire, mettetevi comodi e vi racconteremo cosa sta succedendo.

Sarà la fine del capitalismo?

La logica dietro questa affermazione è semplice: il capitalismo, così come le crocchette di pollo, ha bisogno di risorse a basso costo per funzionare. Secondo Jason W. Moore e Raj Patel dalla fine degli anni ‘70 ai primi del 2000 la carne di pollo ha visto un aumento vertiginoso della produzione, basato su un facile ed economico accesso alle risorse. Ora questo trend sta cambiando e i sei pilastri elencati poco più sopra si stanno lentamente sbriciolando. Quasi come se la fine della produzione delle crocchette di pollo annunciasse quella del capitalismo. I due autori hanno analizzato brevemente ogni punto:

Lavoro: Abbiamo bisogno di lavoratori per trasformare un pollo in crocchette e come succede da noi nelle dinamiche di caporalato, queste posizioni sono tra le meno pagate di tutto il settore agroalimentare. Negli Stati Uniti la situazione è clamorosa, tra le 30 professioni meno pagate 15 rientrano nel settore food. Si calcola più o meno che per ogni dollaro di crocchetta venduta un lavoratore guadagna due centesimi. Ma i diritti dei lavoratori stanno aumentando costantemente, le associazioni diventano più forti e i salari aumentano, lentamente ma lo fanno.

Salute: Cosa accade ad un lavoratore di quei settori quando non riesce più a mantenere il ritmo di lavoro o sta troppo male per tornarci? Occuparsi della salute dei propri dipendenti poteva non essere così costoso, ma oggi le cose sono molto cambiate. Tanto più che nella maggioranza dei casi sono le donne di famiglia a doversi occupare dei parenti malati, trascinando la questione nel mondo della parità dei sessi. Con un sistema sanitario dispendioso sarà anche più difficile permettersi di far star male i propri dipendenti.

Cibo: Un pasto economico è fondamentale per la classe operaia che stiamo descrivendo e paradossalmente le crocchette di pollo sono un perfetto esempio di questa dinamica. Ma anche il prezzo del cibo processato sta aumentando, facendo venir meno un altro tassello importante per una manodopera a basso costo.

Soldi: Potrà sembrare assurdo, ma l’industria alimentare si sta stranamente impoverendo. Molte catene di fast food sopravvivono negli Stati Uniti con prestiti e affitti a bassi interessi, fondamentalmente sovvenzionati dallo stato. Una natura scontata da inquinare, manodopera a basso costo e cibo economico per i polli, però, non attirano più molti finanziamenti pubblici.

Energia: L’energia economica è un’altra componente fondamentale per la produzione di cibo economico e per il sistema capitalista, ma anche questa risorsa fondamentale comincia a scarseggiare. Con l’aumento del prezzo del petrolio perfino i trasporti potrebbero cominciare a diventare antieconomici, basti pensare alle manovre verso l’automazione elettrica di aziende come Pepsi.

Vite: L’ultimo punto, forse il più tremendo, è che per sopravvivere la produzione di crocchette e il capitalismo hanno bisogno di vite «usa e getta», ben intelaiate in un sistema che prevede la supremazia dell’uomo bianco occidentale su immigrati e donne, basta guardare, di nuovo, chi lavora negli allevamenti e nei macelli. Osservare questo settore da una precisa fotografia di quello che può generare un capitalismo sfrenato, che consuma non solo il tempo ma anche la vita delle persone che lo alimentano. Eppure, come scrivevamo nel punto sul lavoro, i diritti di questi parte della società stanno pian piano ottenendo l’attenzione e il rispetto che meritano, togliendo di fatto un mattone fondamentale su cui il settore si reggeva.

Per riassumere, la sopravvivenza delle crocchette di pollo e del capitalismo si basa sull’assunto che lavoro, salute, cibo, soldi, energia e vite rimangano ampiamente disponibili e economiche. Ma questo non è più uno scenario praticabile, anzi, tutti i pilastri si stanno ormai sgretolando, chi più velocemente chi meno. E quando verranno a mancare potremmo perdere per sempre il lusso di gustarci le crocchette di pollo. E il sistema capitalista.


Matteo Buonanno Seves
Matteo Buonanno Seves
Scopri di più
Un giovane laureato in Scienze Gastronomiche con la passione per il giornalismo e il mai noioso mondo del cibo, perennemente impegnato nel tentativo di schivare le solite ricette e recensioni in favore di qualcosa di più originale.
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