inNaturale
Home
>
Crisi climatica: il paradosso della neve artificiale ad alte temperature

Crisi climatica: il paradosso della neve artificiale ad alte temperature

Inverni caldi spingono a tecnologie per neve artificiale ad alte temperature, ma il loro utilizzo aggraverebbe la crisi climatica

Temperature invernali sempre più elevate, carenza cronica di neve e vette delle montagne che storicamente bianche, rimangono verdi: l’inverno 2022-2023 è stato uno dei più caldi in assoluto e, secondo le previsioni, in futuro potrebbe essere sempre peggio. Per chi vive di sci e aspetta la nave per imbiancare gli impianti le prospettive non sono delle più incoraggianti. Per salvare le stagioni sciistiche sarà necessario ricorrere a cannoni in grado di creare neve artificiale ad alte temperature. Ma il costo in consumo di energia potrebbe finire per contribuire alla crisi climatica ed esacerbare quello stesso problema che li rende necessari.

neve artificiale alte temperature
Foto: Hans @Pixabay

Perché serve neve artificiale ad alte temperature

Se fino ad ora per molti impianti sciistici era stato possibile mettere una pezza ai capricci del meteo impazzito e salvare la stagione con neve artificiale, il caldo invernale eccezionale di quest’anno e di quelli futuri potrebbe compromettere anche questa soluzione. I normali cannoni per la neve artificiale funzionano “sparando” una soluzione acquosa. Questi cannoni richiedono basse temperature per funzionare, in genere, al di sotto dello zero, per permettere all’acqua di congelarsi e diventare neve prima di toccare il suolo. Per questa stagione tuttavia, la temperatura in molte località sciistiche in diverse parti del mondo, dalle Alpi alle Montagne Rocciose, ha raggiunto picchi attorno ai 20°C rendendo impossibile il funzionamento dei tradizionali cannoni per neve artificiale per lunghi periodi di tempo.

Una nuova generazione di cannoni da neve

Ma una nuova generazione di cannoni sarebbe in grado di produrre neve artificiale anche ad alte temperature, in teoria, tranquillamente anche oltre i 20°C, producendo la neve direttamente dentro la macchina e limitandosi poi a “spararla” sulle piste. Macchinari molto più costosi rispetto ai cannoni tradizionali, si basano su tecnologie un tempo utilizzate per raffreddare tunnel minerari o congelare alimenti. Per chi vive di sci, si tratterebbe di una soluzione eccellente in grado di garantire piste imbiancate in ogni situazione, senza dover più affidarsi alla volubilità delle condizioni meteo.

Neve artificiale e crisi climatica: un gatto che si morde la coda?

Sui cannoni in grado di produrre neve artificiale ad alte temperature, non mancano delle perplessità. Sebbene consumino in media meno acqua rispetto ai cannoni tradizionali (dai 45 ai 75 litri al minuto rispetto a 200-400), per produrre decine di tonnellate di neve al giorno richiederebbero una grandissima quantità di energia. È proprio l’enorme consumo di energia e risorse idriche a destare preoccupazione, obbligando a considerare come la soluzione alla carenza di neve sia utilizzare macchinari il cui funzionamento contribuisce a causare le condizioni stesse che portano a carenza di neve. Insomma, una spirale negativa che si auto-alimenta e una soluzione che, al momento, non pare sostenibile.


denis venturi
Denis Venturi
Scopri di più
Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
Scopri di più
Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte