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Crisi climatica, i giovani non vogliono figli per paura. È un diritto violato?

Crisi climatica, i giovani non vogliono figli per paura. È un diritto violato?

Molte giovani ragazze non desiderano bambini per timore della crisi climatica, due ong hanno presentato una denuncia all’Onu per la violazione del diritto

Sono sempre più numerosi i giovani che non desiderano avere figli per colpa della crisi climatica. O meglio, per paura di essa. Il pensiero di dare alla luce un bambino che dovrà vivere sulla propria pelle le pesanti conseguenze dei cambiamenti che subirà il pianeta, frena infatti i progetti di molte ragazze di allargare la famiglia: ondate di calore più intense, siccità, innalzamento degli oceani, eventi meteorologici sempre più estremi. In sintesi, un mondo decisamente inospitale e insicuro. C’è chi questo fenomeno vede una vera e propria violazione di un diritto umano.

Sempre più ragazze non desiderano bambini per paura della crisi climatica. Ora due ong hanno presentato una denuncia all’Onu per la violazione di un diritto umano

Le ragazze non vogliono più figli

L’emergenza climatica si aggiunge quindi alle cause, come l’incertezza economica e lavorativa vissuta dai giovani in Italia, che bloccano i progetti di avere figli. Basti pensare che negli Stati Uniti l’11 percento degli adulti senza figli citano i cambiamenti climatici come una delle “ragioni principali” per la quale non sono ancora diventati genitori. Un altro 15 percento la nomina invece coma “ragione secondaria”. A riportarlo, un sondaggio condotto nel 2020 da Morning Consult, società specializzata.

La paura della crisi climatica

Un motivo meno menzionato, certo, rispetto ai problemi economici oppure all’aspirazione di avere una carriera professionale di alto livello. Tuttavia, la risposte al sondaggio suggeriscono che sta scalando la classifica tra le giovani generazioni, in particolare tra i ragazzi della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012). Oltre alla preoccupazione per il futuro degli eventuali figli, si fa sempre più largo anche il pensiero che avere un bambino è qualcosa che impatta in maniera pesante sul clima.

Non è la prima testimonianza che fornisce indicazioni in questo senso. Sempre nel 2020, lo studio americano "Eco-reproductive concerns in the age of climate change", pubblicato su Climate Change, aveva registrato tra gli intervistati di età compresa tra 27 e 45 anni “alti livelli di paura per la loro prole alle prese con un’apocalisse climatica e il fattore del cambiamento climatico nelle loro scelte riproduttive”. Timori che, considerata la globalità dell’emergenza, possono essere facilmente identificati anche tra i ragazzi del resto del mondo

Un diritto violato?

Può il fenomeno essere letto come una violazione dei diritti umani? Per Fair Start Movement e Population Balance, due organizzazioni no profit americane, la risposta è sì. Per questa ragione, sono passate all’azione. A ottobre 2021, hanno presentato una denuncia al Consiglio dei diritti umani dell’Onu a nome di alcune giovani donne. Un reclamo nel quale affermano esplicitamente che l’Onu non è stata in grado di proteggere il diritto delle nuove generazioni di avere figli in modo sicuro e sostenibile.

L’organizzazione internazionale ha il dovere di interpretare “il diritto di costituire una famiglia” sancito dall’articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. In questo caso, difenderlo in nome delle future generazioni. Invece, secondo una portavoce dell’ong Fair Start Movement, i Paesi membri dell’Onu hanno fallito in questo compitoincoraggiando modelli di crescita della popolazione insostenibile che hanno contribuito ai cambiamenti climatici”.

Un tema delicato

Un argomento interessante che presenta anche degli aspetti delicati. Rinunciare a fare figli, o spingere a farlo, per paura delle conseguenze della crisi climatica rischia di avere dei riflessi negativi su una parte della popolazione femminile, ossia le donne delle minoranze e quelle più povere. “Mentre le donne bianche e benestanti ricevono in genere le congratulazioni quando hanno figli, quelle povere e delle minoranze sono già stigmatizzate quando procreano”, ha detto Quill R. Kukla, docente di filosofia alla Georgetown University. “Quelle donne subiranno un giudizio sproporzionato se si radica l’idea che avere figli è egoista e socialmente indesiderabile”. Una riflessione che fa capire come l’emergenza clima possa avere ripercussioni anche sulla società oltre che sull’ambiente.


Marco Rizza
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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

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