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Cosa significa fare musica sostenibile?

Cosa significa fare musica sostenibile?

Anche la musica lotta per la sostenibilità ambientale, una delle problematiche più urgenti che il settore della cultura deve affrontare

Si sente parlare di sostenibilità in molti settori, ma solo recentemente il rapporto tra musica e sostenibilità è diventata una questione di primaria importanza. Nonostante siano in pochi a chiedersi se la fruizione musicale possa recare effettivamente danno all’ambiente, il bilancio dell’impatto ambientale dell’industriale musicale è tutt’altro che positivo. Una realtà, insomma, che non può più essere ignorata.

Musica ecosostenibile
Foto: Activedia @pixabay

L’impatto ambientale del settore musicale

Ci sono attività tipiche del settore musicale che sono ben lontane dal fare musica sostenibile. Anzi, se valutate attentamente dal punto di vista sostenibile hanno non poche criticità. Dal trasporto del prodotto fisico alla dispersione della plastica, dalla distribuzione digitale alla produzione, dal live al merchandising, dal consumo della musica registrata alla sua diffusione: l’impatto ambientale è davvero notevole.

Per fortuna sono molte le realtà europee e le aziende estere che hanno adottato «sustainability manager» come supporto alle decisioni aziendali. Un’azione come un’altra per incoraggiare e riflettere sulle pratiche che possono sì, far godere della musica e delle esperienze ad essa collegate, ma senza danneggiare l’ambiente o favorire comportamenti lontani dalla sostenibilità.

Il Manifesto della Musica Sostenibile

Ma come fare musica sostenibile? A questo ci ha pensato “Il Manifesto della Musica Sostenibile”, una raccolta di norme, un decalogo, una guida, un reminder per educare alla sostenibilità ambientale, ideato su misura sia per gli addetti ai lavori che per i fruitori di musica. Sono dieci obiettivi o, meglio, dieci proposte per intervenire su ciò che può essere migliorato, ma anche sviluppare quella consapevolezza e quell’educazione ambientale che spesso è mancata nel mondo della musica.

Certo, non sono poche le piccole attenzioni che la musica ha rivolto verso le problematiche ambientali (basti pensare ai brani dedicati all’ecologia, all’ambient music o ai concerti green), ma l’Associazione dei Produttori Musicali Indipendenti PMI – con la collaborazione di IMPALA e Rockol – ha reso tutto ancora più concreto e, se si può dire a gran voce, perfino possibile. I 10 target green del decalogo puntano ad una vera e propria trasformazione del settore musicale, coinvolgendo tutti i protagonisti (comprese le Istituzioni nazionali e locali) e rendendo così la musica stessa uno degli ingranaggi delle nuove politiche ambientali.

Tra le proposte del Manifesto c’è la promozione di iniziative culturali che utilizzino la musica come veicolo per sostenere politiche e comportamenti ambientali più corrette, la collaborazione con fornitori di servizi accessori (merchandise, trasporti, fornitori di energia etc.) per valutare e ridurre l’impatto ambientale delle attività, ma soprattutto la sostenibilità ambientale del settore musica come obiettivo primario delle proprie attività. Queste sono solo alcune delle motivazioni per sottoscrivere un grande passo verso una musica il più possibile sostenibile.


Cristina Morgese
Cristina Morgese
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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Dopo aver conseguito la Laurea in Storia dell'arte e il Master in Management Museale, lavoro freelance come giornalista, copywriter e content creator. Non credo a confini già delineati, per questo mi piace oltrepassarli e trovare i fili nascosti che legano discipline diverse tra loro.
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