Cos’è El Nino e quali saranno le conseguenze sul clima?
Il ritorno di El Nino si avvicina e capire cos’è questo particolare fenomeno può aiutarci a comprendere cosa dovremo aspettarci dal clima della Terra nei prossimi anni. La dinamica si manifesta con un riscaldamento anomalo delle acque del Pacifico centro-meridionale e orientale, ma ha conseguenze sull’equilibrio dell’intero pianeta. Quelli che ci attendono rischiano, dunque, di essere mesi con temperature da record e gli esperti esprimono preoccupazione.
Cosa sono El Nino e la Nina
Comprendere cos’è El Nino significa guardare a un sistema complesso. Si tratta, infatti, di un fenomeno climatico periodico che consiste in un riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico centro-meridionale e orientale e che coinvolge, quindi, le coste occidentali dell’America Latina. Il fenomeno si ripresenta ogni 2-7 anni e ha in genere una durata di 9-12 mesi. L’aumento di temperatura delle acque può andare da un minimo di 0.5 °C a un massimo di 3-4 °C.
L’evento, in teoria definito El Nino Southern Oscillation, deve il suo nome al fatto che esso raggiunge la massima intensità tra dicembre e gennaio. Si tratta del periodo di Natale e della nascita, quindi, di Gesù Bambino, in spagnolo El Nino. Alle fasi di riscaldamento delle acque se ne alternano altre di raffreddamento, definite La Nina, e di neutralità.
Conseguenze di El Nino
Una volta approfondito cos’è El Nino è bene specificare che esso non ha conseguenze solo sulla ristretta area che coinvolge, ma influenza il clima di tutto la Terra. A livello atmosferico si verifica una variazione dei livelli di pressione nel Pacifico centro-occidentale, che si traduce in un indebolimento degli Alisei. Su America del Sud, Stati Uniti meridionali, Corno d’Africa, e Asia Centrale le precipitazioni si fanno più intense. In Australia, Asia meridionale e Indonesia è, invece, alimentata la siccità.
I monsoni indiani risultano indeboliti. Gli uragani ottengono poi nuova linfa sulla costa Pacifica, mentre vengono frenati su quella Atlantica. In Europa gli inverni si fanno più freddi e secchi al nord, ma più miti e piovosi al Sud. Qui d’estate l’attività dell’Anticiclone Nordafricano diventa massima. A livello globale gli anni caratterizzati da El Nino sono in genere più caldi della media.
El Nino nel 2023
L’Organizzazione Metereologica Mondiale ha annunciato che il 2023 è destinato a rappresentare l’anno del ritorno di El Nino. Le probabilità che il fenomeno torni ad affermarsi tra maggio e luglio sono altissime e le conseguenze si farebbero sentire sia nell’anno corrente sia, soprattutto, nel successivo. I periodi caratterizzati da El Nino vedono la media delle temperature globali alzarsi anche di 0.2 °C e il cambiamento climatico non farà altro che amplificare gli effetti della dinamica.
Il 2016, anno più caldo mai registrato, si è dimostrato tale proprio per la concomitanza dei due fattori. Le ripercussioni potrebbero essere devastanti per economia, alimentazione, persone e ambiente. Gli esperti chiedono, dunque, a comunità internazionale e governi singoli di mettere a punto sistemi di allerta adeguati.
Comprendere cos’è El Nino pone ancora una volta l’accento su quanto rispettare gli obiettivi climatici fissati rischi di rivelarsi complicato. Un temporaneo superamento della soglia di aumento di temperatura globale dei +1.5 °C è ormai quasi certo. Il processo non sarà irreversibile, ma i record di temperatura, già altissimi, finora registrati, risultano pronti a vacillare.
