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Cos'è Slow Food?

Cos'è Slow Food?

Sapete esattamente cos’è Slow Food e come funziona? Nato nel 1986 da Carlo Petrini come Movimento per la tutela e il diritto al piacere, si occupa da anni di proteggere la biodiversità e il mangiar bene, con calma.

Chiarire cos’è e cosa fa Slow Food significa parlare di buono, pulito e giusto, per citare lo slogan tanto famoso coniato dal suo fondatore Carlo Petrini. Un movimento in contrapposizione alla vita frenetica di tutti i giorni, un marchio che garantisca qualità a 360° gradi, un’associazione che si occupa di educare sul mangiar bene. Slow Food è tutto questo e molto di più, tra progetti su scala globale e produzioni editoriali.

Cos'è Slow Food

Se si vuole scovare il filo rosso di tutti i progetti e le attività dell’associazione Slow Food, è molto utile dare un’occhiata al loro manifesto, scritto nel 1887. A guardar bene si scopre che il cuore pulsante dell’idea dietro Slow Food sia «contro la vita dinamica propugniamo la vita comoda.» Alla fast life si contrappone la slow life, e non c’è posto migliore dove iniziare del cibo, trasformando il fast food allo slow food.

I ritmi moderni sono visti come frenetici, quasi isterici, sembra essersi persa la pazienza che sta dietro i grandi prodotti. La scommessa di Slow Food è proprio questa: ritrovare il valore delle cose fatte con calma. Per raggiungere questo scopo l’associazione internazionale no profit ha deciso di muoversi su diversi fronti.

Cosa fa Slow Food

L’associazione vuole seguire questa filosofia con diverse strategie: la missione educativa, per esempio, è declinata in alcuni progetti particolari come gli Orti in Condotta e i Master of Food. Con 10.000 orti in Africa si cerca di ottenere lo stesso risultato, proteggendo allo stesso tempo la biodiversità del continente.

L’attività per cui l'associazione è forse più famosa, però, è quella dei Presidi: in Italia attualmente ci sono 289 presidi Slow Food, arrivando a oltre 500 in tutto il mondo. Il loro scopo è valorizzare territori e storie che altrimenti sarebbero destinati a scomparire, magari perché troppo distanti da una filosofia di puro profitto oggi troppo diffusa. Sono anche utili per proteggere le biodiversità locali, salvando razze e piante autoctone. Ecco alcuni esempi di prodotti presidi Slow Food:

Presidi Slow Food rari:

Cacao porcelana della Sierra Nevada de Santa Marta
Colombia

Granchio nero di Providencia
Arcipelago San Andrés

Miele di ape nativa della Sierra NortePuebla
Messico

Maiale di Bazna
Romania

Una selezione dei Presidi Slow Food indigeni:

Frutti selvatici del Gran Chaco
Argentina

Miele di ape canudo dei Sateré-Mawé
Brasile

Suino nero dei Balcani orientali
Bulgaria

Latte di cammello dei pastori karrayyu
Etiopia

Mandarino del Khasi
India

Yogurt dei Pokot con la cenere
Kenya

Bottarga di muggine delle donne Imraguen
Mauritania

Pecora navajo-churro
Stati Uniti

Vacca Ankole dalle lunga corna
Uganda

Una selezione dei Presidi Slow Food italiani:

Antiche mele dell’Etna
Sicilia

Antichi pomodori di Napoli
Campania

Bagòss di Bagolino
Lombardia

Burro a latte crudo dell’alto Elvo
Piemonte

Casizolu
Sardegna

Carciofo di Perinaldo
Liguria

Cipolla rossa di Acquaviva
Puglia

Fico secco reale di Atessa
Abruzzo

Caciocavallo podolico della Basilicata
Basilicata

Zibibbo di Pizzo Calabro
Calabria

Culatello di Zibello
Emilia romagna

Rosa di Gorizia
Friuli Venezia Giulia

Caciofiore della campagna romana
Lazio

Mele rosa dei Monti Sibillini
Marche

Signora di Conca Casale
Molise

Mortadella di Prato
Toscana

Vino santo affumicato dell’alta valle del Tevere
Umbria

Mieli di alta montagna
Valle d’Aosta

Oca in onto
Veneto

Non manca nemmeno la parte editoriale: per aumentare la consapevolezza dei consumatori riguardo a quello che finisce nel loro piatto sono state pubblicate diverse guide, la più delle quali è sicuramente Osterie d’Italia – Sussidiario del mangiarbere all’italiana. Questa guida raccoglie diversi locali in tutta Italia particolarmente in sintonia con la filosofia di Slow Food.

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