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Come si forma un’aurora polare?

Come si forma un’aurora polare?

Il vento solare e il campo magnetico della Terra spiegano come si forma l’aurora polare, che si può osservare anche su altri pianeti

Immensi draghi volanti. Vasti incendi nel mondo dell’al di là. Spiriti di antenati che danzano. Nel corso dei millenni, le varie culture del mondo hanno interpretato in tanti modi il fenomeno dell’aurora. Ma che cos’è davvero? Come si forma un’aurora polare? E si può osservare solo sulla Terra? Scopriamolo insieme.

aurora polare come si forma
@envatoelements

Il vento solare e il campo magnetico

Per spiegare come si forma un’aurora polare ci vogliono due ingredienti principali: il vento solare e il campo magnetico della Terra.

Il vento solare è un flusso di particelle emesso dalla corona del Sole. Parliamo di particelle elettricamente cariche, per lo più protoni ed elettroni, che impiegano dai 2 ai 9 giorni per raggiungere la Terra. Nel corso del tempo, il vento solare può variare in densità, velocità e temperatura.

Il campo magnetico della Terra si può immaginare come quello di una calamita. Ha un polo Nord e un polo Sud, e delle linee di forza che vanno dal primo verso il secondo attraversando tutta la Terra. L’asse Nord-Sud magnetico è inclinato di circa 11.30° rispetto all’asse Nord-Sud geografico. Tra l’altro, al Polo Nord geografico si trova il Polo Sud magnetico, e viceversa. Le nostre bussole, infatti, indicano sì il Nord, ma in realtà sono attratte dal Sud magnetico, che lì si trova.

E quindi come si forma l’aurora polare?

Quando le particelle del vento solare incontrano il campo della Terra, per lo più scivolano lungo le sue linee di forza e vengono deviate lontano. Ma alcune vengono convogliate verso i Poli, dove quindi si scontrano con le particelle dell’atmosfera.

Qui, fra 100 e 500 km di quota, si innescano delle reazioni fra i due tipi di particella. In queste reazioni viene emessa luce visibile, che varia nel colore a seconda delle particelle atmosferiche coinvolte. L’ossigeno atomico genera il colore rosso, l’ossigeno molecolare il verde, l’azoto il blu-violetto.

Il fatto che l’aurora sia più o meno visibile dipende dall’orientazione della Terra, dalla limpidezza del cielo, o dall’intensità del vento solare. Si chiama “boreale” se si osserva nell’emisfero Nord e “australe” se si osserva in quello Sud.

Non solo ai Poli e non solo sulla Terra

Se il vento solare è particolarmente intenso, può succedere che si osservi l’aurora anche in altri punti della Terra. Come accaduto fra 17 e 18 novembre 1848, quando è stata osservata perfino sopra Napoli.

Un’aurora polare si forma anche su altri pianeti. Il telescopio Hubble e sonde come Cassini e Galileo le hanno osservate anche ai Poli di Giove, Saturno, Urano e Nettuno.


Enrico Becchi
Enrico Becchi
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Scrittore, divulgatore scientifico, giornalista. Con quello che scrivo e racconto cerco di rendere le persone consapevoli di sé stesse e del mondo spaziando fra tanti ambiti, fra le scienze naturali e le scienze di frontiera.
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