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Coca-Cola sarà sponsor e fornitore della COP27: si accendono le proteste

Coca-Cola sarà sponsor e fornitore della COP27: si accendono le proteste

Coca-Cola, più volte accusata di greenwashing, sarà sponsor e fornitore della COP27 e tra gli ambientalisti si diffonde l’indignazione

La COP27 si terrà a Sharm el-Sheikh tra il 6 e il 18 novembre e a fare da sponsor e fornitore ci sarà anche Coca-Cola. L’annuncio, ha acceso le proteste degli ambientalisti, che hanno puntato il dito contro la multinazionale, campione di greenwashing. ONG e attivisti si sono detti indignati dalla decisione di coinvolgere nel meeting globale sul clima il più grande produttore di plastica del mondo.

Coca-Cola COP27 sponsor fornitore
Foto: McZerrill @Pixabay

Coca-Cola sponsor e fornitore della COP27

La COP27, Conference of Parties, delle Nazioni Unite sul clima si avvicina e la presidenza dell’evento ha annunciato che Coca-Cola sarà sponsor e fornitore del meeting. La decisione arriva dopo che la multinazionale si è rivelata, per il quarto anno consecutivo, l’azienda più inquinante del mondo per quanto riguarda la diffusione di plastica. Coca-Cola produce ogni anno circa 120 miliardi di bottiglie usa e getta. La compagnia proclama con orgoglio che queste sono fatte per il 25% di plastica marina riciclata. Non insiste, però, su trasparenza e piani a lungo termine e le dichiarazioni sembrano rientrare più nel greenwashing, che in un concreto impegno. Il 99% della plastica è oggi ancora prodotta utilizzando combustibili fossili, attraverso processi che producono gas serra dannosi per ambiente e clima.

Coca-Cola, COP27 e proteste

La decisione di coinvolgere Coca-Cola nella COP27 come sponsor e fornitore ha suscitato polemiche. Gli ambientalisti si sono detti sconcertati e indignati e hanno definito la scelta incomprensibile, oltre che potenzialmente controproducente. John Hocevar, di Greenpeace USA Oceans Campaign, ha dichiarato che l’accordo mina lo spirito stesso della Conferenza. Egli ha sottolineato, infatti, che abbandonare la plastica monouso è un passo fondamentale per mantenere l’aumento di temperatura globale entro gli 1.5 °C. Coca-Cola è, dunque, chiamata a chiudere i “rubinetti” della plastica, ma sembra per ora molto lontana da tale impegno. Gli attivisti hanno portato avanti la loro accusa di greenwashing raccogliendo oltre 5.000 firme per una petizione che chiede di rivedere la delibera.

La reazione di Coca-Cola

Coca-Cola è diventata sponsor e fornitore della COP27 con ovvio entusiasmo. L’azienda ha, infatti, dichiarato di essere convinta che simili partnership creeranno opportunità importanti per comunità e singoli tanto in Egitto, quanto in tutto il mondo. La multinazionale ha ribadito di considerare l’eliminazione dei rifiuti dall’oceano una priorità, come la diffusione di consapevolezza sulla questione. Gli obiettivi della compagnia prevedono, poi, che le emissioni di carbonio vengano ridotte del 25% entro il 2030 e azzerate entro il 2050. Per ogni lattina/bottiglia venduta l’azienda promette di raccoglierne e riciclarne un’altra entro il 2030, ma ora le parole attendono la prova dei fatti.

Le proteste per la decisione che ha visto Coca-Cola diventare sponsor e fornitore della COP27 sono destinate a proseguire. L’anno scorso, nella COP26 di Glasgow, si era cercato di tenere le aziende dipendenti dai combustibili fossili almeno in parte fuori dall’evento. Gli attivisti temono che la scelta di quest’anno possa compromettere i lavori. Al momento mancano commenti ufficiali dalle Nazioni Unite.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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