Caro energia: le luci della Tour Eiffel saranno spente prima per risparmiare

Le luci della Tour Eiffel saranno spente in anticipo contro il caro energia. Di fronte agli alti prezzi raggiunti dal gas a seguito dell’esplosione della guerra tra Ucraina e Russia e all’imposizione delle sanzioni a quest’ultima dall’Unione europea, i paesi del vecchio continente cercano strategie per contenere la domanda di elettricità e i suoi costi per le casse pubbliche. In quest’ottica, Parigi – dopo l’appello del presidente francese Emmanuel Macron alla "sobrietà energetica" – ha deciso, tra le altre cose, di lasciare al buio prima il suo simbolo nelle ore serali.

Luci della Tour Eiffel spente in anticipo
La principale attrazione turistica della capitale francese scomparirà quindi qualche minuto prima dall’orizzonte notturno. In base alla nuova strategia per combattere il caro energia annunciato dalla sindaca parigina Anne Hidalgo, a partire dal 23 settembre le luci della torre saranno spente alle 23.45 anziché all’una di notte. Potrebbe sembrare una sciocchezza, ma l’illuminazione notturna del monumento ha il suo bel peso, pari a circa il 4 per cento del consumo annuale di elettricità del monumento secondo la Societe d’Exploitation de la Tour Eiffel.
E questo nonostante negli anni siano state adottate soluzioni di efficientamento energetico del gigante d’acciaio, compreso il passaggio alle luci a led. Ma non è l’unico provvedimento deciso dall’amministrazione cittadina per tagliare domanda e costi di elettricità. Anche gli edifici comunali vedranno le loro luci spente in anticipo, alle 22.00, mentre il resto degli edifici gestiti dal settore pubblico dovranno abbassare la temperatura degli ambienti interni. E, in vista dell’inizio dell’inverno, l’accensione dei termosifoni in questi palazzi verrà fatta slittare in avanti di un mese. In questo modo Parigi conta di tagliare i costi energetici del 10 per cento.
Caro energia: come si risparmia nel resto della Francia
La capitale non è l’unico posto della Francia in cui monumenti ed edifici pubblici resteranno al buio prima. Del resto, come riporta l’Agenzia internazionale dell’energia, i palazzi sono responsabili di circa il 40 per cento del consumo globale di energia e di un terzo delle emissioni di gas serra. E una parte significativa arriva da riscaldamento, raffreddamento e illuminazione di questi luoghi.
Anche la città di Lille, nel nord del Paese, va nella stessa direzione e, da inizio settembre, ha spento gli edifici pubblici di notte, fatta eccezione per la celebre Grand'Place e la place de l'Opéra. Secondo l’amministrazione locale, i tagli consentiranno di risparmiare 170.000 kWh all'anno. Sempre a Lille, in due musei il calorifero verrà abbassato da 20 a 18 gradi. Riduzione equivalente anche nelle piscine municipali e taglio di due ore di riscaldamento in palestra.
Una politica simile è stata varata a Marsiglia, città affacciata sul Mediterraneo, dove si è deciso lo spegnimento delle illuminazioni dei monumenti alle 23:30 (22:30 in inverno), ad esclusione della basilica di Notre-Dame-de-la-Garde, simbolo cittadino. A Lione, invece, è arrivato l’ordine di limitare a 19 gradi il riscaldamento dei suoi edifici per far fronte a una bolletta complessiva che secondo le stime passerà da 55 a 100 milioni di euro per il 2023.

Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food
Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food