Carburanti sintetici, e-fuel e biocarburanti: qual è la differenza?

Il termine “carburante sintetico”, o anche abbreviato all’inglese “synfuel”, ha molteplici definizioni e può comprendere vari tipi di carburanti da diverse origini. Tradizionalmente, il carburante sintetico è definito come un idrocarburo prodotto attraverso una serie di reazioni chimiche, sintetizzando da una materia prima diversa dal petrolio. Gli e-fuel, ottenuti a partire da acqua ed energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, sono considerati carburanti sintetici. Per alcuni anche i biocarburanti, ottenuti a partire da materiale organico, sono considerati tali. Tuttavia, nell’accezione comunemente usata, specialmente nel dibattito politico, per carburanti sintetici si intendono tipicamente solo gli e-fuel, escludendo da questa definizione i carburanti da biomasse.

Cosa sono gli e-fuel?
Gli e-fuel, o anche electrofuel, sono carburanti sintetici prodotti grazie all’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili come solare o eolico. L’energia elettrica viene utilizzata per alimentare processi di elettrolisi in grado di separare gli atomi di idrogeno dagli atomi di ossigeno dell’acqua. L’idrogeno così ottenuto è utilizzato assieme ad altri composti, generalmente anidride carbonica, per la sintesi di combustibili in grado di sostituirsi ai combustibili esistenti di origine fossile.
Per essere considerati e-fuel questi carburanti sintetici devono essere prodotti esclusivamente grazie a energia elettrica da fonti rinnovabili. Sono considerati «a emissioni zero» perché la quantità di anidride carbonica che emettono durante la combustione viene teoricamente riutilizzata per la produzione di nuovi combustibili e-fuel. I critici dell’e-fuel ne contestano l'elevata quantità di energia e acqua necessari alla produzione e gli altissimi costi.
La differenza tra e-fuel e biocarburanti
A differenza degli e-fuel, i biocarburanti non sono prodotti attraverso un processo alimentato da energia elettrica rinnovabile. I biocarburanti, o anche biocombustibili, sono invece prodotti a partire da biomassa, ovvero una fonte di materiale organico come piante, alghe o rifiuti organici. Esistono diverse metodologie per la produzione di biocarburanti a partire da materia organica.
L’etanolo ad esempio è derivato dalla fermentazione di mais o canna da zucchero. Il biodiesel invece si ottiene da oli vegetali o grasso animale. I biocarburanti sono considerati «rinnovabili» perché derivano da materiale organico che può essere coltivato e riprodotto nel tempo. A differenza degli e-fuel, i critici dei biocombustibili ne criticano il consumo di suolo e la sottrazione di risorse destinabili all’agricoltura e alla produzione alimentare.
