Caldo estremo, nelle metropoli sempre più giorni torridi

Il cambiamento climatico non si ferma e a pagare il prezzo più alto sono spesso le grandi metropoli, che devono fare i conti con periodi di caldo torrido sempre più lunghi. Un’indagine condotta dall’International Institute for Environment and Development ha mostrato che i giorni roventi in molte città del mondo negli ultimi trent’anni sono cresciuti di oltre il 50%. I rischi per salute umana, infrastrutture ed ecosistemi aumentano, purtroppo, di pari passo.

Nelle metropoli fa troppo caldo
Le metropoli stanno vivendo ondate di caldo senza precedenti. L’IIED ha analizzato la situazione di 20 città tra le più popolate del mondo. Fra queste rientravano Londra, Parigi, Tokyo, Giacarta, Manila, Buenos Aires, Nuova Delhi e Il Cairo. È emerso che negli ultimi 30 anni le giornate con temperature superiori a 35 °C sono cresciute del 52%.
Nel 1995 si erano registrati nelle aree 458 giorni roventi. Nel 2023 il numero ha toccato quota 738. L’aumento risulta ancora più impressionante se si guarda alle differenze decennali. Tra il 1994 e il 2003 le colonnine di mercurio sono schizzate alle stelle per 4.755 giorni. Tra il 2004 e il 2013 le ventiquattr’ore torride sono state il 12% in più, per un totale di 5.434. Anche peggiore è l’aumento del 31% che è avvenuto nel decennio successivo, in cui i 35 °C sono stati superati 6.488 volte.
In quali metropoli fa più caldo?
Per alcune metropoli fare i conti con il caldo estremo appare più complicato che per altre. Nuova Delhi è risultata la città in cui è stata superata più volte la soglia dei 35 °C. Lì i giorni torridi sono passati da 1.277 nel primo decennio a 1.591 nel terzo. Si tratta del 44% del calendario. A Giacarta le 28 giornate roventi registrate nell’intervallo 1994-2003 sono un pallido ricordo, a fronte delle 167 segnalate tra 2014 e 2023.
La situazione è, ovviamente, diversa a Londra e Parigi, ma il trend si dimostra evidente. Nella capitale inglese il valore soglia non è mai stato raggiunto tra 1994 e 2003. Tra quell’anno e il 2023 invece i termometri sono schizzati alle stelle per 7 volte, 5 delle quali si sono verificate dopo il 2019. A Parigi, infine, le ventiquattr’ore bollenti sono aumentate del 34% in 30 anni.
Metropoli e caldo estremo
Per quanto sia normale che le metropoli sperimentino il caldo intenso in maniera più violenta rispetto alle aree rurali, la situazione appare fuori controllo. Le ondate di calore hanno, infatti, un impatto drammatico. In pericolo c’è, in primis, la salute umana e il moltiplicarsi dei decessi attribuibili ai periodi roventi lo testimonia.
Anziani, persone affette da patologie cardiovascolari, malattie respiratorie e altri disturbi sperimentano spesso l’aggravarsi dei propri problemi. Le fasce di popolazioni più povere, che non hanno accesso alle opportune risorse, risultano più svantaggiate. A subire duri colpi è anche l’economia. Dove i lavoratori non dispongono dei necessari ausili la produttività, infatti, cala. Il caldo estremo minaccia, infine, l’integrità delle infrastrutture nonchè la salute di ecosistemi e colture.
Per molte metropoli mettere a punto strategie per convivere con il caldo estremo è diventata una priorità. L’uomo allarga, per altro, sempre di più il proprio range di azione e la crescente urbanizzazione non fa altro che alimentare un circolo vizioso. Le colonnine di mercurio rimangono, per altro, in molte località ormai al di sopra della norma anche nelle ore notturne e ciò mina ancora di più l’incolumità fisica e mentale degli individui.
