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Barriere di ostriche: il Bangladesh risponde al clima

Barriere di ostriche: il Bangladesh risponde al clima

L’innalzamento del livello dei mari sta mettendo in difficoltà il Bangladesh, ma ricorrere alle barriere di ostriche potrebbe essere la soluzione vincente.

In Bangladesh le conseguenze del riscaldamento globale si stanno facendo sentire in modo drammatico. L’innalzamento del livello dei mari sta mettendo in difficoltà vaste aree e ora, per rispondere alla situazione drammatica, gli abitanti locali stanno ricorrendo alle barriere di ostriche. Avviare simili progetti di bioingegneria non è mai semplice, ma gli esempi virtuosi non mancano e le prospettive future appaiono buone.

barriere di ostriche

Il clima in Bangladesh:

In Bangladesh il riscaldamento globale sta colpendo la popolazione in modo devastante. Il Paese giace, infatti, ad un’altitudine minima e innalzamento del livello dei mari ed erosione stanno facendo sì che vaste aree vengano sommerse. Il terreno affonda a una velocità che varia tra i 5 e i 20 cm all’anno e la situazione sembra destinata a peggiorare. Entro il 2050 13.5 milioni di abitanti della regione rischiano di rimanere sfollati a causa del clima. Per la difesa sono state costruite imponenti strutture di cemento, ma, data la loro limitata efficacia, oggi gli scienziati hanno deciso di affidarsi alla ecoingegneria. L’obiettivo è di coniugare nelle barriere di ostriche necessità dell’umanità e dell’ambiente.

Le barriere di ostriche:

Il ricorso a barriere di ostriche potrebbe cambiare le vite di molti. Questi molluschi svolgono funzioni cruciali all’interno degli ecosistemi. Essi permettono il ricircolo di nutrienti, forniscono riparo e habitat a varie specie e favoriscono la vegetazione. La loro capacità di fermare le onde le rende, poi, degli straordinari baluardi difensivi. Simili strutture si sono dimostrate fondamentali in Olanda e Louisiana, ma in Bangladesh la sfida è stata ben più ardua. Non si trattava infatti di recuperare ecosistemi esistenti, ma di introdurne di nuovi. Con l’aiuto degli indigeni gli scienziati hanno utilizzato come substrato gli anelli di cemento usati dai locali per costruire le latrine. Oggi le barriere si sono rivelate efficaci anche in condizioni meteo estreme.

Rispondere al clima:

Le barriere di ostriche rappresentano una risorsa chiave. A fare la differenza è soprattutto il sedimento che si sviluppa dietro di esse, in grado di dar vita a litorali più estesi. Grazie all’abbondante presenza di limo himalaiano, in Bangladesh se ne formano circa 30 cm all’anno. Ciò favorisce la crescita delle foreste di mangrovie, capaci di rallentare le onde del 92%. Sull’isola di Kutubdia, dove il progetto sta ormai decollando, i pescatori si dichiarano entusiasti. Il pescato è, infatti, aumentato ed esiste ormai una sorta di partnership. Le barriere non necessitano di manutenzione, ma richiederebbero un continuo monitoraggio. La mancanza di fondi lo rende impossibile e la paura è che le strutture ne risentano.

Pensare a barriere di ostriche che difendono intere regioni potrebbe apparire strano. Oggi mitigare l’impatto del cambiamento climatico è una priorità e farlo tutelando flora e fauna non può che essere considerata una vittoria. Natura, conoscenze indigene e scienza si sono collocate l’una al fianco dell’altra e, di fronte a quest’anomala alleanza, forse anche il mare non appare così inarrestabile.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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