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Artico, primo giorno senza ghiaccio entro il 2030

Artico, primo giorno senza ghiaccio entro il 2030

L’Artico rischia di vivere i primi giorni senza ghiaccio molto prima di quanto si pensasse e la colpa è delle emissioni di gas serra.

Siamo abituati a considerare l’Artico come la terra del gelo, ma la verità è che presto l’area potrebbe trovarsi senza la propria copertura di ghiaccio. A certificarlo ci ha pensato uno studio pubblicato in Nature Reviews: Earth & Environment, che ha tracciato delle previsioni inquietanti. La buona notizia è che le fredde distese bianche dell’area mostrano anche un’interessante capacità di recupero, ma invertire la rotta è ormai prioritario.

Artico, primo giorno senza ghiaccio entro il 2030
@envatoelements

Artico senza ghiaccio entro il 2030 

I dati mostrano che l’Artico rischia di vivere il primo giorno senza ghiaccio entro il 2030. La previsione è da attribuire a un team della University of Colorado Boulder, che ha basato le proprie stime sulla raccolta di immagini satellitari e sull’applicazione di diversi modelli relativi alle emissioni. 

Da quando le misurazioni sono iniziate nel 1978 le distese bianche si sono molto ristrette e ora rischiano di abbandonare il continente per la prima volta in 80.000 anni. È bene specificare che, quando si parla di Artico privo di ghiaccio, si fa riferimento a una situazione in cui esso non occupa più di un milione di chilometri quadrati. Considerando che oggi la copertura arriva a 3,3 milioni di km2 si tratta di un valore soglia molto critico.

Perché l’Artico rischia di rimanere senza ghiaccio? 

L’Artico rischia di vivere i primi giorni senza ghiaccio a causa delle emissioni di gas serra prodotte dall’attività umana. L’eventualità potrebbe verificarsi dai 4 ai 18 anni in anticipo rispetto alle precedenti previsioni e la probabilità che ciò accada entro il 2030 è ormai alle stelle. Gli scienziati hanno, poi, indagato sul concreto pericolo che l’evento non rimanga episodico. La scomparsa del ghiaccio potrebbe, dunque, protrarsi per tutto il mese di settembre entro l’intervallo 2035-2067. 

L’anno esatto dipenderà dalla velocità con cui l’uomo riuscirà a contenere la produzione di gas riscaldanti. In uno scenario ad alte emissioni per la fine del secolo si registreranno condizioni favorevoli allo scioglimento glaciale tra maggio e gennaio. Se la lotta alla crisi climatica dovesse progredire in modo significativo, invece, entro tale data il periodo incriminato non dovrebbe andare oltre agosto - ottobre.

Artico senza ghiaccio marino: conseguenze per animali e umanità 

Se l’Artico dovesse rimanere privo di ghiaccio le conseguenze sarebbero drammatiche tanto per l’ecosistema, quanto per l’umanità. L’ambiente cambierebbe, infatti, del tutto fisionomia, trasformandosi da “continente bianco” a “continente blu”. L’acqua diventerebbe, infatti, l’elemento dominante. Gli animali che contano sul ghiaccio marino per la propria sopravvivenza, come foche, orsi polari e trichechi, rischiano di trovarsi in seria difficoltà. 

La scomparsa della copertura glaciale non potrà, poi, che innescare un circolo vizioso. A diminuire sarà, infatti, l’albedo, ovvero la capacità di riflettere le radiazioni solari. Il riscaldamento accelererà, dunque, ulteriormente. I problemi riguarderanno presto anche le comunità costiere. Le onde, senza più nulla a frenarle, finiranno per intensificarsi e per rendersi protagoniste di una maggiore erosione.

Le probabilità che l’Artico non viva il primo giorno senza ghiaccio entro breve sono ormai irrisorie, ma l’umanità ha ancora spazio di manovra. A differenza della calotta glaciale della Groenlandia, che ha impiegato migliaia di anni per formarsi, quella artica mostra una maggiore resilienza. Alexandra Jahn, autrice leader dello studio, ha specificato che se le emissioni in atmosfera dovessero calare in maniera significativa, essa potrebbe rigenerarsi in soli 10 anni.


Alice Facchini
Alice Facchini
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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Laureata in Filosofia, credo fermamente che ogni sfaccettatura del sapere umano meriti di essere inseguita. Amo la lettura, gli animali e la natura e penso che solo continuando a farsi domande sia possibile mantenere uno sguardo vigile sul mondo.
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