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Arriva l'alveare robotico che tiene al caldo le api

Arriva l'alveare robotico che tiene al caldo le api

Realizzato grazie a una ricerca svizzera, l’alveare robotico aiuterà a proteggere le api nel periodo critico invernale

Le api svolgono un ruolo fondamentale nell'impollinazione delle colture e nella conservazione della biodiversità. Negli ultimi anni tuttavia la popolazione delle api sta subendo un preoccupante declino. Questa situazione rappresenta una grave minaccia non solo per l'agricoltura e la sicurezza alimentare, ma anche per la sopravvivenza di numerose specie di piante e animali. Parte delle soluzioni al problema delle api sta guardando sempre di più all’aiuto della tecnologia e alla sua integrazione con la natura per ideare soluzioni capaci di proteggere le api e preservare la loro preziosa funzione ecologica. È il caso del nuovo alveare robotico ideato dai ricercatori del Politecnico Federale di Losanna (EPFL).

alveare robotico
@Envato Elements

Perché serve un alveare robotico?

Malattie, parassiti e soprattutto utilizzo eccessivo di pesticidi e clima impazzito stanno mettendo a dura prova la resistenza delle api. Un periodo particolarmente critico per le colonie al di fuori delle zone tropicali è l’inverno. Le api sono insetti ectotermici, cioè incapaci di regolare in autonomia la propria temperatura corporea. Durante il periodo invernale, quanto le temperature scendono a livelli critici, le api entrano in uno stato comatoso volontario raggruppandosi in un “glomere”, un ammasso di api in grado di formare un microclima ottimale alla sopravvivenza.

In tempi recenti è stato segnalato un aumento della mortalità di colonie di api da miele durante l’inverno. La causa di questo fenomeno non è ancora del tutto compresa ma, secondo una ricerca guidata dal Politecnico Federale di Losanna (EPFL), una soluzione al problema potrebbe essere un nuovo alveare robotico.

Come funziona l’alveare robot

Lo studio condotto da Rafael Barmak della EPFL ha realizzato un alveare robotizzato in grado di interagire con le colonie di api per regolarne la temperatura. Il sistema è in grado di raccogliere i dati termici sul microclima prodotto dalle api in inverno dimostrandosi potenzialmente utile nel fornire un supporto diretto agli insetti colpiti da temperature invernali eccezionalmente rigide in grado di mettere a rischio la colonia. L'alveare robotico è stato in grado di ripristinare il comportamento normale in api in stato comatoso, prevenendo così l'immediato declino della colonia durante il delicato periodo.

“La possibilità di intervenire sui danni legati alla temperatura rende questo sistema potenzialmente in grado di proteggere e rianimare la colonia, aumentando la capacità degli impollinatori di sviluppare una resilienza particolare in caso di temperature sempre più impegnative” ha detto in una intervista all’AGI, Donato Romano della Scuola Superiore Sant'Anna che ha analizzato le potenzialità dell'alveare in un articolo sulla rivista Science Robotics.

L'integrazione tra api e robotica

L’alveare robotico della EPFL non rappresenta l’unica interazione tra robotica e api. Nel 2022 l’azienda israeliana BeeWise ha realizzato BeeHome, un vero e proprio apiario robotizzato in grado di accogliere fino a 24 alveari, alimentato da energia solare, e in grado di controllare lo stato di salute delle api, dalla temperatura all’umidità, e persino in grado di permettere agli apicoltori di gestire direttamente alcune operazioni da remoto.

Ma non è certo una delle idee più stravaganti, alcuni scienziati dell’Università di Washington ad esempio hanno avuto l’idea di montare un micro-sensore sul dorso di bombi per raccogliere dati sulla temperatura, umidità e salute dei raccolti al posto dei droni. “La tecnologia è un alleato che può monitorare, ripristinare o migliorare la funzionalità del sistema biologico in cui è integrata – è convinto Donato Romano - I sistemi di interazione animale-robot giocheranno presto un ruolo chiave nel mitigare gli effetti negativi delle attività umane sull’ambiente”.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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