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Arachidi: sono legumi o frutta secca?

Arachidi: sono legumi o frutta secca?

Ancora in molti si chiedono se le arachidi siano inseribili tra la frutta secca, come le noci, o se appartengano alla famiglia dei legumi

Nel periodo di Natale, e in generale durante tutta la stagione fredda, è comune consumare a tavola grandi quantità di arachidi. Vuoi come spuntino nel corso della giornata, vuoi come sfizio per concludere i pasti, sono uno snack decisamente piacevole da sgranocchiare. E, per lo più, si tratta di un prodotto naturale, anche se mangiarne in eccesso può non far bene, soprattutto se si parla di quelle già sbucciate, salate e fritte, servite spesso agli aperitivi. Molte persone, però, continuano a farsi una domanda: ma le arachidi sono legumi o frutta secca?

Arachidi: sono legumi o frutta secca?
Foto: Vladislav Nikonov @Unsplash

Le arachidi sono legumi o frutta secca?

Automaticamente si tende a pensare che per la loro croccantezza, per le caratteristiche estetiche simili e per l’abitudine nel consumarle alla fine dei pranzi, le arachidi siano inserite nella categoria della frutta secca, la stessa di noci, nocciole e mandorle. Rivelazione: non è così! Le arachidi sono invece dei legumi, al pari di piselli, fagioli e lenticchie. Come i legumi, infatti, crescono sottoterra e non su un albero come la frutta secca. Se ci pensa, in effetti, esistono noce, nocciolo e mandorlo, ma non esiste un albero delle arachidi.

Le arachidi crescono sottoterra

Le arachidi a noi familiari sono i frutti della pianta Arachis hypogae. Appartengono alla famiglia delle Leguminose, come i fagioli, alla classe delle Magnoliopsida e all’ordine delle Fabales. La pianta ha dei fiori di colore giallo che, dopo la fecondazione, vengono interrati a una profondità di circa 2-7 centimetri. È qui che il frutto si origina. Da una singola pianta possono nascere oltre 100 fiori da cui, a loro volta, possono svilupparsi tra le 20 e le 60 arachidi.

La raccolta dell’arachidi si fa nella stagione secca. Sono due le fasi: l’estirpazione della pianta dal terreno e l’essicazione al sole. Nel caso rimangano ancora troppo umide, durante la successiva lavorazione industriale vengono sottoposte ad un’altra essicazione con aria calda. Infine, il processo di tostatura le rende così come lo conosciamo.

Una pianta amica del suolo

Quella delle arachidi viene considerata una “coltura miglioratrice”. Con tale espressione si intende una pianta la cui coltivazione aumenta la fertilità del suolo dal punto di vista fisico, microbiologico e chimico anziché diminuirla. In questa particolare categoria rientra, ad esempio, anche la canapa. Nello specifico, la pianta di arachidi è in grado di produrre l’azotofissazione, ovvero riesce a immagazzinare nel terreno buone quantità di azoto rendendolo più nutriente per le successive coltivazioni.

Valori nutrizionali delle arachidi

Le arachidi sono quindi legumi (e non frutta secca) dall’alta qualità proteica. Ma sono anche molto caloriche. Parliamo di circa 600 calorie ogni 100 grammi di prodotto, a causa del loro elevato contenuto di oli. Per questa ragione, vanno consumate con moderazione. Il fatto che vengano essiccate o tostate poi riduce il contenuto di acqua al loro interno, aumentando la densità calorica.

Non ci sono, però, solo caratteristiche negative. Questi legumi sono anche ricchi di nutrienti, come vitamina E, fibre, minerali fondamentali (rame, fosforo, magnesio, selenio, ferro e zinco), acido oleico, resveratrolo (antiossidante alleato della salute del nostro cuore) e genisteina, tecnicamente conosciuta come un isoflavone (tipo di ormone) con attività antiossidanti, antiangiogeniche e immunosopressive.

I mille nomi delle arachidi

Le arachidi sono conosciute anche come noccioline americane. Dalle Americhe sono arrivate a noi (dal Perù e dal Brasile) e nelle Americhe hanno una grande popolarità. Basti a pensare alla diffusione del burro d’arachidi negli Stati Uniti. Sul territorio italiano, però, si sentono chiamare anche in altri modi, con differenze tra regione e regione: bagigi, spagnolette, giapponesi, cecini o cacaoetti. Tanti nomi, ma una certezza: una volta che si inizia a mangiarli, è difficile fermarsi.

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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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