Alimentazione astronauti, il progetto HOBI-WAN per ottenere cibo dai batteri
Un’astronauta non può rinunciare a una sana alimentazione ma rispondere a tale necessità è una sfida. l’Agenzia Spaziale Europea sta dunque ora lavorando per mettere a punto un sistema di sintetizzazione del cibo efficiente che possa operare direttamente nello spazio sfruttando batteri, CO2, ossigeno e idrogeno. Il progetto chiamato HOBI-WAN appare impegnativo ma realizzarlo significherebbe rivoluzionare l’autonomia in orbita.

Alimentazione degli astronauti nello spazio
Il nuovo esperimento dell’ESA mira a rivoluzionare l’alimentazione degli astronauti. Il progetto è denominato HOBI-WAN e la sigla sta per Hydrogen Oxidising Bacteria In Weightlessness As a source of Nutrition. La base dell’esperimento è rappresentata dal Solein, un alimento sviluppato dall’azienda finlandese Solar Food. Sulla Terra questo composto permette di ottenere una polvere proteica grazie a una coltura batterica specifica, Xanthobacter, che fermenta in un bioreattore con ammoniaca, aria e CO2.
La sfida è fare in modo che questa sintetizzazione possa essere trasferita nello spazio, sostituendo l’ammoniaca con l’urea, composto presente nelle urine. La CO2 dovrebbe essere poi prodotta dagli astronauti durante la respirazione, mentre per idrogeno e ossigeno l’idea è di utilizzare i gas generati dai sistemi di supporto vitale.
Cosa mangeranno gli astronauti?
L’esperimento per rivoluzionare l’alimentazione degli astronauti è ancora all’inizio e per arrivare agli ultimi step sarà necessario attendere il 2025. Una volta reso il sistema operativo, il Solein potrà essere utilizzato come base neutra per la preparazione di cibi in grado di sostenere la massa muscolare degli astronauti e il loro benessere fisico.
Una prima fase di otto mesi prevede che il modello scientifico venga messo a punto a Terra. Solo nella fase 2 le prove coinvolgeranno la Stazione Spaziale Internazionale e la microgravità. All’inizio, per altro, si prevede di utilizzare gas stoccati in serbatoi, per arrivare a servirsi degli scarti solo in un momento seguente.
Perché è importante l’alimentazione degli astronauti?
Un cambio tanto drastico nella produzione di cibo necessario all’alimentazione degli astronauti potrebbe rivoluzionare il quadro relativo ai viaggi spaziali. Oggi tutto il cibo utilizzato in orbita viene prodotto sulla Terra e poi inviato tramite apposite navicelle al laboratorio orbitante. L’approccio risulta quindi perfetto per la Stazione Spaziale Internazionale ma non può funzionare in vista di missioni particolarmente lunghe, che coinvolgano, per esempio, un soggiorno esteso sulla Luna o, persino, un’esplorazione di Marte.
Grazie a HOBI-WAN si potrebbe invece migliorare autonomia, resilienza e persino sostenibilità dei viaggi. Rimangono le sfide relative alla sicurezza connesse alla microgravità. La messa a punto di attrezzature che garantiscano la separazione dei diversi gas e annullino le fuoriuscite, anche nel momento di raccolta dei campioni, appare parte integrante del progetto.
Dall’ESA l’entusiasmo per questa nuova concezione dell’alimentazione degli astronauti non manca. Angelique Van Ombergen, capo scienziato dell’ESA per l’esplorazione spaziale, ha affermato che siamo di fronte a una risorsa innovativa per il futuro dell’esplorazione spaziale. Nulla esclude, per altro, secondo gli esperti, che il sistema possa essere utilizzato anche sulla Terra per ottenere proteine senza suolo o luce solare.






