La sua storia
Dopo essere rimasto a lungo mimetizzato tra pini neri e rovi all’interno di un’area privata, una ventina d’anni fa è cominciato un percorso di valorizzazione sulla spinta dei cittadini di Curinga. "Nel 2018, dopo essere stato eletto sindaco, ho voluto rendere fruibile l’area circostante il platano e ho costruito un sentiero attrezzato per le escursioni", ha spiegato al Corriere della Sera il primo cittadino Vincenzo Serrao. Da allora, addirittura l’ambasciata armena in Italia ha iniziato a seguire attentamente le attività di promozione e di studio del platano.
Già, perché la leggenda vuole che l’albero sia stato importato un migliaio di anni fa in Italia proprio dall’Armenia da un monaco basiliano. Il religioso si era trasferito a vivere all’Eremo di Sant’Elia Vecchio, i cui resti si trovano ancora a pochi metri di distanza. Tra le particolarità più curiose del Platano, c’è la base del tronco completamente cava. Presenta un’apertura di ben tre metri, simile a una grotta, all’interno della quale, secondo i racconti tramandati nel tempo, si rifugiavano pastori, greggi e briganti per ripararsi dalle intemperie o nascondersi dai soldati.
Il concorso
Oggi la sua notorietà è aumentata e ha iniziato ad attrarre molti turisti. Soprattutto dopo la vittoria del concorso Albero italiano 2020 con quasi 59mila voti, turno preliminare che gli ha consentito di accedere al contest continentale organizzato dall’associazione ceca Environmental Partnership Association a partire dal 2011. L’obiettivo non è tanto quello di premiare l’esemplare più bello in assoluto, ma di valorizzare gli alberi con le storie più interessanti e la loro importanza nel patrimonio naturale e culturale europeo.
In finale se la vedrà con 13 maestosi sfidanti: il Sopravvissuto a quattro tronchi (Belgio), Il Vecchio gelso (Bulgaria), Il melo vicino a Lidman (Repubblica Ceca), la pioppa Pouplie (Francia), il residente più anziano di Medulin-Albero di cioccolato dei nostri ricordi (Croazia), l’albero di Giuda della chiesa di Melykut (Ungheria), l’albero Madre (Paesi Bassi), il tiglio di San Giovanni Nepomiceno (Polonia), il platano del Rossio (Portogallo), l’antico sicomoro (Federazione Russa), la vecchia quercia di Drnava (Slovacchia), la Millenaria Carrasca di Lecina (Spagna) e l’albero dei sopravvissuti (Regno Unito).