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Alberi: Google mappa le città per trovare le zone da riforestare

Alberi: Google mappa le città per trovare le zone da riforestare

Avviato a Los Angeles il progetto Tree Canopy Lab. Intelligenza artificiale e foto dall'alto, rendono l'analisi del verde nei quartieri più efficiente

Tecnologia e mappe digitali per aiutare a riforestare le città. Google ha lanciato il progetto pilota Tree Canopy Lab, un’iniziativa che, attraverso l’osservazione dall’alto delle città, punta a individuare le zone dei centri urbani meno verdi per agevolare gli interventi di piantumazione di nuovi alberi. Questi, infatti, non sempre sono distribuiti in maniera equa sul tessuto cittadino, creando pesanti disparità: chi ha la fortuna di godere dell’ombra delle chiome degli alberi soffre meno il caldo di chi vive nei quartieri più spogli e cementificati.

Alberi Google mappa riforestazione

Il progetto

L’obiettivo è proprio quello di cancellare questa iniquità e garantire la stessa qualità di vita a tutti gli abitanti delle metropoli. Google ha lanciato questo progetto come parte dell’Environmental Insights Explorer, una piattaforma creata per aiutare le città a combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze. Ad esempio, l’aumento delle temperature e le grandi ondate di calore. La prima a sperimentare questo strumento è Los Angeles. In futuro, sarà reso disponibile ad altri grandi centri del mondo. “Per noi, il modo migliore per lavorare con centinaia o migliaia di città è quello di testarlo prima su uno o due realtà”, ha detto Nithya Sowrirajan, direttore di Google Maps.

Come funziona

Tree Canopy Lab sfrutta l’intelligenza artificiale per analizzare velocemente le foto degli alberi scattate dall’alto: “L’algoritmo che rileva gli alberi li analizza da diverse angolature e calcola la tree canopy media”, spiega Sowrirajan. La tree canopy (canopia arborea o grado di copertura della canopea) è un indicatore internazionale che rappresenta la densità di vegetazione e rende conto della consistenza effettiva della vegetazione sul territorio. Poi, l’analisi degli alberi viene combinata con altre metriche chiave. “Abbiamo accesso ai dati pubblici che incrociamo con gli indici di calore – aggiunge il direttore di Maps –. Abbiamo utilizzato quelli della densità della popolazione. Sovrapponendo questi due indicatori si ottiene una specie di calcolo magico che mostra dove la popolazione è più vulnerabile a causa dei bassi livelli di tree canopy”. E, quindi, si ottiene la mappa delle aree più problematiche.

Una soluzione a molti problemi

Il progetto aiuterà a individuare e studiare molti ostacoli collegati alla riforestazione urbana. In primo luogo, permette di velocizzare le operazioni di conteggio e classificazione degli alberi, e quindi di tradurre in azioni concrete i programmi di piantumazione. A Los Angeles, dove le attività sono condotte anche da operai a piedi, ci si è resi conto ad esempio di un problema: il 90 percento degli alberi cittadini è in aree private, non pubbliche; di conseguenza non possono essere conteggiati in modo preciso. Ma oltre a individuare le aree più scoperte, l’osservazione dell’alto e la mappatura geolocalizzata consentirà anche di pianificare meglio le modalità di intervento: se la zona in questione è occupata da palazzine di appartamenti che non lasciano molto spazio a nuovi alberi, sarà necessario agire diversamente, modificando ad esempio la viabilità per ricavarlo.

Costi tagliati

Non da ultimo, il sistema consentirà risparmiare non solo tempo, ma anche soldi. Sempre la città californiana in passato si è affidata a un processo complesso che coinvolgeva un aereo con tecnologia laser LIDAR e una squadra di analisti. La soluzione era talmente complicata e costosa che raramente è stata sfruttata, senza contare che l’elaborazione dei dati era così lenta che risultavano già superati dalle azioni al momento della comunicazione. Ora con Google Los Angeles pianifica di piantare 90mila alberi il prossimo anno per incrementare del 50 percento la tree canopy nei quartieri che non soffrono di più il caldo per la mancanza di verde.


REDAZIONE
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