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Un nuovo metodo forse potrà liberarci dei forever chemicals

Un nuovo metodo forse potrà liberarci dei forever chemicals

I forever chemicals o PFAS sono inquinanti chimici “indistruttibili” che persistono nell’ambiente ma un nuovo metodo potrebbe (finalmente) eliminarli

Si chiamano sostanze perfluoroalchiliche, più semplicemente PFAS o, come sono note anche in inglese, forever chemicals, sostanze chimiche che perdurano per sempre. Utilizzate ampiamente nell’industria devono il loro nome al fatto che, una volta prodotte, è impossibile che si scompongano in modo naturale. I tentativi fatti fino ad ora di liberarsene artificialmente sono costosi, richiedono enormi quantità di energia e hanno portato a risultati non esattamente incoraggianti. Questo ha fatto sì che i forever chemicals si stiano accumulando nell’ambiente con conseguenze ignote per la salute dell’ecosistema e dell’uomo. Ma un nuovo processo chimico potrebbe presto cambiare le cose.

forever chemicals
Foto: Polina Tankilevitch @Pexels

Dove si usano gli PFAS

Gli PFAS sono una famiglia di composti chimici utilizzati per realizzare migliaia di prodotti in commercio. Sono particolarmente utilizzati in quei prodotti che richiedono idrorepellenza e resistenza a liquidi e al calore. In termini comuni è possibile trovare PFAS in pentole antiaderenti, detergenti, spray idrorepellenti e ancora rivestimenti e imballaggi. I forever chemicals sono particolarmente utilizzanti anche nell’industria medica, aerospaziale, elettronica ed edilizia.

Perché inquinano i forever chemicals?

Nonostante la loro estrema efficacia, ad oggi tuttavia non esiste un metodo per liberarsene una volta prodotti. Sebbene sia possibile (con fatica) raccogliere gli PFAS dispersi nell’ambiente, una volta raccolti è impossibile scomporli nelle loro componenti di base rendendoli innocui. Fino ad ora infatti ci si è limitati a raccolta e stoccaggio.

La particolare resistenza dei forever chemicals alla scomposizione ha fatto sì che nel corso dei decenni si siano accumulati nell’ambiente con tracce trovate nelle falde acquifere in ogni angolo del mondo e persino nei ghiacci dell’Antartide. Tracce di PFAS sarebbero presenti nell’aria e nel cibo che mangiamo e, si stima che siano ormai anche nel sangue della quasi totalità delle persone negli Stati Uniti.

Un nuovo processo per liberarsi dei forever chemicals

La buona notizia è che i ricercatori della Northwestern University, dell’Università della California Los Angeles negli Stati Uniti e della Università di Tianjin in Cina avrebbero individuato un nuovo processo chimico a bassa temperatura in grado di scomporre i forever chemicals in componenti relativamente innocue per l’ambiente. Il nuovo processo sarebbe infatti in grado di scomporre gli PFAS grazie ad uno speciale solvente in grado di lasciare solo carbonio e fluoruro inorganico.

Il vantaggio del nuovo metodo è quello di operare a basse temperature, richiedendo quindi poca energia e portando a risultati concreti. Il metodo potrebbe risultare quindi efficace nel liberarsi finalmente di queste sostanze chimiche particolarmente inquinanti una volta che queste sono state rimosse dall’ambiente.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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