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Spreco alimentare in Italia torna a crescere: 15% in più dopo due anni di COVID-19

Spreco alimentare in Italia torna a crescere: 15% in più dopo due anni di COVID-19

Dati poco incoraggianti per la Giornata Mondiale di Prevenzione dello Spreco Alimentare. Il cibo gettato in Italia torna ad aumentare.

Torna a crescere in Italia il dato sullo spreco alimentare dopo un paio d’anni in controtendenza. Secondo i dati del rapporto “Il caso Italia” 2022 di Waste Watcher International, il cibo sprecato nel nostro paese è cresciuto del 15% rispetto allo scorso anno. I dati sono arrivati alla vigilia della 9a Giornata Mondiale di Prevenzione dello Spreco Alimentare organizzata a partire dal 2014 per iniziativa di Spreco Zero, con Last Minute Market, l’Università di Bologna e con il Ministero dell’Ambiente.

spreco alimentare italia
Foto: SatyaPrem @Pixabay

Spreco alimentare in Italia in aumento

Secondo i dati, in media ogni italiano spreca oltre mezzo chilo di cibo, ben 595 grammi, ogni settimana. Una cifra che ammonta a quasi 31kg all’anno. La cifra è in crescita rispetto ai dati presentati dallo stesso rapporto nel 2021 quando si era fermata a 529g a settimana. La situazione sarebbe più pesante nel Sud che spreca il 18% in più rispetto alla media settimanale nazionale. A sprecare di più anche le famiglie senza figli (+12%) e la fascia di popolazione con redditi medio-bassi (+12%). Più virtuosi invece gli italiani del Nord che sprecano il 12% in meno rispetto alla media, e le famiglie con figli (-10%).

Secondo le stime il valore dello spreco alimentare in Italia ammonta a qualcosa come 7,4 miliardi di euro. Una cifra che prende in considerazione solamente lo spreco “casalingo” che ammonta a circa 1,9 milioni di tonnellate di alimenti. Se si prende in considerazione anche lo spreco dell’intera filiera alimentare dal campo fino agli scaffali, la cifra sale a 5,2 milioni di tonnellate per un costo pari a 10,5 miliardi di euro.

Le cause dell’aumento

A pesare sull’aumento dello spreco alimentare in Italia dopo un biennio relativamente virtuoso sarebbe il ritorno alle abitudini di vita precedenti alla pandemia da COVID-19. Secondo l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna Zero Spreco e della Giornata Mondiale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, a trainare gli sprechi sarebbe il ritorno al consumo fuori dalle mura domestiche, in bar e ristoranti. Finito l’“effetto lockdown” la ripresa dei consumi starebbe riportandoci alle cattive abitudini precedenti. Ciò nonostante l’Italia si attesterebbe tra i paesi meno spreconi tra le nazioni ricche davanti a Russia (672g settimanali sprecati), Spagna (836g) e Gran Bretagna (949g). A sprecare di più tra i paesi del G8 sarebbero gli Stati Uniti dove ogni americano finisce per gettare nell’immondizia quasi 1,45 kg di cibo ogni settimana.

Cosa sprechiamo e perché

La maggior parte dello spreco alimentare in Italia comporta la frutta fresca che ammonta a circa il 27% del totale degli sprechi. A seguire ci sarebbero cipolle, aglio, patate e altri tuberi (17%), il pane fresco e le verdure (16%). Ma da dove origina lo spreco nelle nostre case? Quasi un italiano su due sostiene di sprecare perché si “dimentica” di aver acquistato un certo alimento mente 1 italiano su 3 finisce per acquistare più cibo di quanto ne ha bisogno finendo per non riuscire a consumarlo in tempo.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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