Sculture contro la pesca a strascico. In Toscana l’arte arriva in fondo al mare

La pesca a strascico è una piaga per mari e oceani in tutto il mondo, e in Toscana, per contrastarla, si è deciso di puntare sulle sculture. Grazie a un progetto portato avanti da ONG e ambientalisti l’arte ha raggiunto i fondali e le statue sono ormai considerate dei veri e propri baluardi difensivi. L’obiettivo è salvare gli ecosistemi proteggendo soprattutto la Posidonia, ma la strada appare ancora in salita.

Sculture in fondo al mare
A decidere di rendere arte e protezione del mare un tutt’uno ci ha pensato l’ONG La Casa dei pesci, puntando su un’idea di Paolo Fanciulli. Costui, pescatore toscano, ha visto un ecosistema distruggersi e si è impegnato fin da ragazzo a denunciare i danni provocati dalla pesca a strascico illegale. Questo l’ha portato a inimicarsi la criminalità organizzata, ma tra il 2015 e il 2020 ha dato il via a un progetto unico. Al largo di Talamone, tra la Toscana e il Lazio, sono state, infatti, posizionate in profondità 39 statue in marmo di Carrara, a 4 m l’una dall’altra. A scolpirle hanno contribuito diversi artisti, fra cui Emily Young, e oggi le opere impediscono il trascinamento delle reti sui fondali.
Arte contro la pesca a strascico
Le nuove sculture contro la pesca a strascico rappresentano una grande risorsa. Questo tipo di attività è vietata in Italia entro 3 miglia nautiche dalla costa, ma, a causa della difficoltà di garantire controlli puntuali, spesso la legge viene aggirata. Le statue si pongono, così, come barriera fisica. La loro presenza sui fondali è, poi, un sostegno per la biodiversità. Dopo un solo giorno le sculture sono risultate ricoperte da organismi unicellulari semplici come funghi o batteri. Negli anni sono, però, arrivati anche cirripedi e ostriche a sfruttarne la superficie. La priorità resta, comunque, tutelare le poche distese rimaste intatte di Posidonia. Quest’alga è, infatti, fondamentale come rifugio per varie specie.
Sculture, pesca e futuro
L’idea di puntare sulle sculture per porre un freno alla pesca a strascico appare vincente. Tutelare la Posidonia è, infatti, una priorità anche per la lotta al cambiamento climatico. Quest’alga riveste un ruolo di rilievo nel sequestro del carbonio, poiché assorbe 15 volte più CO2 della foresta pluviale. Essa è, però, caratterizzata da un ciclo vitale molto lungo e il ripristino di prati danneggiati può richiedere anche 40 anni. Preservare le aree sane è dunque l’unica strada. Ristabilire un equilibrio alterato non è, comunque, semplice e i contrasti sulla costa tra pescatori e delfini, tornati in queste aree in cerca di cibo, lo ricordano costantemente.
Le sculture al largo di Talamone rendono più complicato infrangere le leggi sulla pesca a strascico. L’arte diventa pro-conservazione e il fatto che il “museo sottomarino” sia accessibile tramite escursioni dà ulteriore linfa al progetto. Il mare ha bisogno di difensori e, davanti a dei guardiani di pietra, ogni gesto contro la natura appare un po’ più solenne.
