C’è chi la ama e chi la odia, fatto sta, che la festa di San Valentino non è una buona giornata per l’ambiente. Molte delle usanze entrate ormai a far parte a pieno titolo della tradizione hanno un pesante impatto ambientale, talvolta, facilmente riducibile.
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La montagna di rifiuti di San Valentino che minaccia l’ambiente
Non è un segreto che San Valentino, oltre a omaggiare il romanticismo e l’amore, si traduca anche, a livello globale, in un giro d’affari di dimensioni colossali. Questo, purtroppo, porta spesso come diretta conseguenza la generazione di un’altrettanto colossale mole di rifiuti. Naturalmente, i principali imputati sono pacchi, pacchetti e carte regalo. Senza poi contare l’onnipresente plastica. Ma il problema non si ferma certo qui. Una delle più grandi fonti di inquinamento legata a San Valentino ai danni dell’ambiente è costituita dai biglietti spediti. Questi comportano un consumo di carta non indifferente che non sempre viene poi propriamente riciclata.
Un altro rischio, spesso non considerato, riguarda invece i fiori. Per sopperire al picco della domanda per la giornata di San Valentino e fornire un «prodotto» dall’aspetto perfetto, i coltivatori generalmente non lesinano sull’uso di pesticidi e sostanze chimiche, i quali inevitabilmente, si riversano sull’ambiente. Una strada alternativa esiste, basterebbe prestare attenzione a ciò che si acquista, optando per materiale riciclato e riciclabile, e magari, se possibile, evitare di utilizzare biglietti. Per quanto riguarda i fiori, per un San Valentino amico dell’ambiente, la soluzione potrebbe essere quella di acquistare solo da produttori biologici. In fondo, l’obiettivo di un San Valentino green non è irraggiungibile.
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