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Reti da pesca abbandonate trasformate in filamenti per la stampa 3D

Reti da pesca abbandonate trasformate in filamenti per la stampa 3D

Fishy Filaments ricicla il nylon delle reti per creare miscele polimeriche adatte a diversi prodotti. Un esempio? I bottoni per i vestiti

Le reti da pesca sono tra i rifiuti di plastica più presenti nei nostri mari e oceani. Abbandonate o perse dai pescherecci, costituiscono un grande pericolo per l’ambiente marino. Tuttavia, la plastica di cui sono composte è un materiale di altissima qualità che può essere sfruttato in diversi settori. Se ne è accorta Fishy Filaments, una start-up britannica che le recupera per produrci speciali filamenti utilizzati per le creazioni con le stampanti 3D.

Reti pesca filamento 3d

La raccolta delle reti

Questa realtà nata ha mosso i primi passi lavorando con il supporto di alcune organizzazioni locali di pescatori della sua zona, la Cornovaglia. Lo scopo era riportare sulla terraferma il maggior numero di rifiuti del settore ittico possibili, da quelli conosciuti come “attrezzi fantasma” ad appunto le reti alla fine del loro ciclo di vita. Tra gli scarti raccolti, ci sono anche i frammenti e i pannelli buttati durante il lavoro di riparazione delle reti che possono essere ancora sistemate. Le rete dei pescatori che lavorano nei mari della Cornovaglia sono utilizzate per un periodo che va dai tre ai sei mesi.

Il processo produttivo

Fishy Filaments sostiene che il suo filamento è probabilmente unico. L’obiettivo era proprio quello di fornire un prodotto innovativo a un settore in rapida espansione come quello della stampa 3D. Ma perché proprio le reti da pesca? Il motivo è che questi strumenti sono realizzati con un nylon dagli standard elevatissimi per andare incontro alle esigenze di un settore duro come l’industria ittica.

Il risultato finale del lavoro della start-up è una miscela di polimeri 100 percento riciclati. Nel processo non sono aggiunti pigmenti o altre sostanze alteranti. Le reti ricevute sono divise e lavorate per colore e grado di usare così da massimizzare il loro potenziale. Dopodiché, i vari mix ottenuti vengono combinati in modo da ottenere miscele di diversa tipologia adatte a differenti tipologie di stampa 3D.

Bottoni per vestiti dalle reti da pesca

Uno dei più curiosi utilizzi di questo materiale è stato fatto da uno studente universitario britannico. Niall Jones della Falmouth University ha collaborato con Fishy Filaments per stampare in 3D bottoni per i vestiti. Per quanto piccolo, anche questo oggetto fatto con Nylon 6 ha un impatto negativo sull’ambiente: solo dalla produzione della materia prima deriva circa mezzo milione di tonnellate di CO2 ogni anno. Con il filamento derivante dalle reti da pesca si cancellerebbe una larga fetta di questo inquinamento: l’impatto ambientale di un bottone in nylon vergine è infatti equivalente a quello di ben 46 pezzi realizzati con il materiale di Fishy Filaments.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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