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Rapa Nui: una nuova riserva marina al largo del Cile

Rapa Nui: una nuova riserva marina al largo del Cile

Al largo delle coste del Cile è stata creato il parco marino Rapa Nui, al largo dell’Isola di Pasqua. È il secondo tra quelli finora inaugurati dal governo cileno, che nel 2015 ha annunciato di voler creare diverse zone marine protette al largo del Cile.

Grande quanto il Cile

L’area protetta di Rapa Nui si estenderà per 740 mila chilometri quadrati, poco più grande del Cile stesso. Vi sono 142 specie animali per la maggior parte endemiche, ma i ricercatori hanno registrato uno strano fenomeno: il Guardian riporta che nell’ultima spedizione scientifica avvenuta a marzo i ricercatori hanno constatato come circa il 77% delle specie dell’Oceano Pacifiche conosciute si siano riversate nella zona e ne siano state scoperte di nuove.

La zona in cui si sono concentrate le ricerche è la cosiddetta «zona grigia», tra i 60 e i 150 metri di profondità. Il team di ricerca, composto da ricercatori della California Academy Science e SUBELAB Pontificia Universidad Catolica de Chile, hanno catalogato diverse specie che normalmente vivono al largo delle coste della Nuova Zelanda e non in acque tropicali come il Caprodon longimanus. Altre non erano mai state viste prima: tra queste vi è una specie particolare di «biscotto del mare» o «dollari della sabbia», una tipologia di riccio marino trovato ad 80 metri di profondità e di un colore arancio brillante. Un altro caso è quello di un pesce molto simile al Plectranthias che vive nelle acque neozelandesi e che, anche in questo caso, ha dei colori insoliti e molto accesi. Come spiegato dal Guardian, più si scende in profondità nell’oceano più la luce si affievolisce e anche i colori diventano impercettibili. Il rosso è il colore con la frequenza d’onda più debole e potrebbe essere il motivo alla base delle tonalità rossastre tipiche di molte specie animali che vivono ad una certa profondità: diventano come invisibili.

Il consenso locale

Durante l’annuncio del 2015, il governo cileno sottolineò come fosse fondamentale avere il consenso delle popolazioni locali. Già da tempo questi denunciavano la presenza di pescherecci illegali, supportati dai dati satellitari raccolti da alcune ONG impegnate nel monitoraggio della zona. In un solo anno ne erano stati segnalati circa una dozzina. La pesca intensiva viene contrastata e denunciata dalle popolazioni autoctone non solo per una questione ambientale, ma per mera sopravvivenza.

Dopo cinque anni di contrattazione e una votazione svoltasi il 3 settembre, il 73% della popolazione ha dato il suo consenso. Le estrazioni e la pesca intensiva saranno vietate in un’area di 631.368 chilometri quadrati, ad esclusione dei pescatori locali: a loro è permesso pescare fino a 50 metri al largo della zona protetta usando metodi tradizionali e su piccole imbarcazioni.

Aree protette nel mondo

L’area protetta di Rapa Nui è la seconda inaugurata dal 2015. Quell’anno ne era sorta un’altra attorno alle isole di Sant’Ambrosio e San Felice, conosciute come Desventuradas, sul dorsale Nazca. La zona si estende per 297 mila chilometri quadrati e circa il 72% delle specie sono endemiche.

Al mondo esistono altri parchi marini naturali. Durante la conferenza «Our Ocean conference» a Valparaiso indetta dal governo cileno, l’allora presidente americano Barack Obama inviò un filmato in cui si congratulava e preannunciava la creazione di due nuove aree protette sul lago Michigan e in Maryland. Sempre nello stesso periodo, anche la Nuova Zelanda ha presentato un progetto per la creazione di una zona marina protetta di 239 mila chilometri quadrati nelle Isole Kermadec. La zona è caratterizzata una catena di mille chilometri di isole e vulcani a nord est dell’Isola del Nord.

Fonti: theguardian.com - sciencedirect.com - nationalgeographic.com


Carlotta Pervilli
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Laureata in Storia, ma appassionata di giornalismo. Disorientata tra conflitti mondiali e ambiente, resta certa solo di una cosa: l’essere curiosa.
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