Qual è l'impatto ambientale di una T-Shirt?

La vostra T-Shirt preferita ha un impatto ambientale non indifferente e questo dovrebbe farci riflettere. Pensando alle emissioni di CO2 e all’inquinamento normalmente immaginiamo fumanti ciminiere e fabbriche in mattoni dal sapore dickensiano, oppure le tanto temute polveri sottili dei tubi di scappamento delle nostre automobili, non certo alle nostre amate magliette in cotone. Eppure la realtà è ben diversa e forse più allarmante.
Quanto costa la tua T-Shirt all’ambiente?
Iniziamo con un po’ di dati: produrre una singola T-Shirt richiede una quantità enorme di cotone grezzo. Si stima che da un balla di cotone di circa 226 kg si possano produrre 1.217 T-Shirt. Questo implica che per produrre una sola T-Shirt siano necessari 150 g di pesticidi e erbicidi, nonché 2.650 litri di acqua. Da ciò deriva che l’industria tessile sia responsabile dal 17-20% delle acque inquinate dei processi industriali del pianeta. Un altro aspetto negativo è che nel mondo dell’abbigliamento, e in generale del tessile, non sempre il riciclo viene praticato e visto di buon occhio dal consumatore.
Questo è un problema non trascurabile, dal momento che il riutilizzo di anche solo mezzo chilogrammo di cotone comporterebbe il risparmio di ben 3 kg di CO2 immessa nell’atmosfera: l’equivalente prodotta da un viaggio di 11 km con la vostra automobile. Considerando poi il dettaglio del mercato statunitense, a cui questa analisi si riferisce, è risultato che ogni anno oltre 11 milioni di tonnellate di materia tessile si trasformano in rifiuti. Quindi, facendo un passo in più si può dire che: se ogni americano riciclasse anche solo una T-Shirt si risparmierebbero qualcosa come 795 miliardi di litri di acqua e circa 450.000 kg di CO2 emessa. La prossima volta che sarete indecisi sul da farsi con una vecchia T-Shirt, pensate a questi numeri e sappiate che il riciclo di ogni prodotto può fare una differenza enorme per l’ambiente.
Fonti: inhabita/ecouterre
