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Pesca illegale: albatros diventano droni spia

Pesca illegale: albatros diventano droni spia

Per scovare i pescatori dediti alla pesca illegale in acque internazionali la soluzione potrebbe essere trasformare gli albatross in «droni» spia.

La pesca illegale comporta, secondo stime recenti, fino al 20% dell’intero pescato a livello mondiale. Una cifra enorme se si considera il danno all’ecosistema marino portato avanti da una pesca senza regole. Per avere un’idea migliore del fenomeno e «pescare» i colpevoli con le mani nel sacco (o meglio, nella rete), la soluzione potrebbe arrivare grazie agli uccelli.

Albatros spia contro la pesca illegale

Gli uccelli, e in particolare gli albatros, possono identificare una nave da pesca fino a 10km di distanza. Le navi da pesca sono generalmente una ghiotta fonte di cibo facile per gli uccelli grazie agli scarti che i pescatori gettano fuori bordo. Ma non è sempre un bene per i volatili: il rischio è spesso quello che rimangano impigliati nelle reti. Secondo le stime circa 250 mila uccelli perdono la vita in questo modo ogni anno e 21 delle 24 specie di albatros sono a rischio per questo motivo.

Proprio per sorvegliare l’attività degli albatros in mare, lo zoologo marino Henri Weimerskirch del Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica ha pensato di dotare gli uccelli di sistemi di tracciamento GPS. Il sistema consente agli ornitologi di verificare dove gli uccelli trascorrono il loro tempo e dove vengono minacciati. Ma lo strumento ha anche un utilizzo alternativo: consente di identificare, grazie alle emissioni radar, la nave che l’uccello ha deciso di seguire.

La lotta contro la pesca di frodo

I dati che arrivano dall’uccello vengono incrociati con quelli a disposizione delle autorità per la localizzazione satellitare delle navi da pesca autorizzate. I ricercatori sono così in grado di stabilire quale nave non registrata sta venendo seguita dagli uccelli «spia». In un progetto pilota i ricercatori hanno lavorato assieme alla marina francese nell’arcipelago di Crozet con discreto successo. Circa 80 dispositivi per albatros entreranno in «servizio» il prossimo novembre.

Sull’incolumità degli albatros, Weimerskirch rassicura che i sistema di tracciamento è «piccolo e discreto» e difficilmente individuabile da eventuali uomini dediti alla pesca illegale. La prossima generazione di tracciatori GPS manderanno dati in tempo reale consentendo l’eventuale intervento immediato delle forze dell’ordine. Ecuador e Nuova Zelanda inizieranno una collaborazione col team a partire dal prossimo anno. Nei progetti di Weimerskirch anche quello di dotare anche foche e tartarughe con sistemi simili in modo da avere una vera e propria rete di «spie» naturali per la salvaguardia dell’ambiente marino.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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