inNaturale
Home
>
Perché lasciar crescere le siepi nelle campagne fa bene all'ambiente

Perché lasciar crescere le siepi nelle campagne fa bene all'ambiente

Siepi più alte e folte riescono ad assorbire una grande quantità di CO2 dall’atmosfera contribuendo al contenimento del surriscaldamento globale

Più le siepi sono rigogliose nelle campagne, meglio è per il clima. È la sintesi di un recente report dal Council for the Protection of Rural England (CPRE), ente che si occupa della protezione delle aree rurali in Inghilterra. Nel documento il gruppo di attivisti sottolinea come lasciare crescere le siepi, elemento un tempo tipico nei campi inglesi, può contribuire a ridurre il surriscaldamento globale. Ciò grazie alla loro naturale azione di assorbimento dell’anidride carbonica dall’atmosfera. Semplicemente lasciando diventare più grandi le siepi già esistenti Oltremanica, il sequestro di CO2 potrebbe addirittura raddoppiare.

Siepi più alte e folte riescono ad assorbire una grande quantità di CO2 dall’atmosfera contribuendo al contenimento del surriscaldamento globale

L’importanza delle siepi

Le siepi sono importanti da molteplici punti di vista per le campagne e, di conseguenza, anche per l’ambiente. Per cominciare sono un habitat molto gradito agli insetti, dalle api ai ditteri, che svolgono una funzione chiave per le coltivazioni degli agricoltori: l’impollinazione. Altri insetti che trovano rifugio in questo elemento verde sono invece essenziali perché cacciano i parassiti che attaccano le piante minacciando i raccolti. Inoltre, sono un elemento fondamentale per prevenire problemi di carattere idrogeologico, trattenendo il suolo con le loro radici e fungendo da filtro naturale delle sostanze chimiche usate in agricoltura, che altrimenti si disperderebbero nel resto dell’ambiente. Infine, hanno anche una funzione estetica visto che rendono i panorami rurali più pittoreschi.

Nel tempo, il passaggio a un’agricoltura più intensiva e meno attenta agli equilibri dell’ambiente ha determinato la scomparsa delle siepi. Il CPRE ricorda ad esempio come prima della Seconda Guerra Mondiale la campagna inglese fosse piena di strisce verdi a fare da cornici ai campi. Poi, il conflitto e la carenza di scorte alimentari patita dalla popolazione ha spinto i governi a modernizzare l’agricoltura e a massimizzare la produzione dei terreni. Così venne promossa la rimozione delle siepi, addirittura attraverso l’erogazione di sussidi pubblici agli agricoltori. Solo dopo la loro scomparsa ci si è resi conto della perdita dei benefici che assicuravano.

Le siepi per il clima

Ora le siepi possono diventare un’arma in più anche per contrastare la crisi climatica. Se solo il mantenimento delle attuali siepi inglesi produrrebbe un raddoppio della capacità di cattura di CO2, la loro moltiplicazione determinerebbe risultati ancora più grandi. Secondo il CPRE, con un aumento del 40 percento delle siepi nel Regno Unito si aumenterebbe la capacità di assorbimento di 18,5 milioni di tonnellate di CO2. Certo, si tratta sempre di una piccola frazione rispetto alle 354 milioni di tonnellate emesse in atmosfera nel 2019 dai sudditi di Sua Maestà. Ma il contributo non è da trascurare. Soprattutto perché il ripristino delle siepi nella campagne richiederebbe uno sforzo minimo agli agricoltori. Bisogna incentivare un ritorno al passato nelle campagne per rendere migliore il futuro del pianeta.


Marco Rizza
Scopri di più

Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

Scopri di più

Giornalista, ex studente della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi. Osservatore attento (e preoccupato) delle questioni ambientali e cacciatore curioso di innovazioni che puntano a risolverle o attenuarne l'impatto. Seguo soprattutto i temi legati all'economia circolare, alla mobilità green, al turismo sostenibile e al mondo food

Iscriviti alla newsletter
Resta aggiornato sulle ultime novità editoriali, i prodotti e le offerte