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Perché i dirigibili potrebbero salvare il pianeta

Perché i dirigibili potrebbero salvare il pianeta

I dirigibili potrebbero salvare il pianeta? Il problema del cambiamento climatico spinge a valutazioni creative, come la rivalutazione di tecnologie abbandonate del passato.

L’austriaco Julian Hunt dell’International Institute for Applied Systems Analysis sembra non avere dubbi: i dirigibili potrebbero salvare il pianeta. Non si tratta di un nostalgico bensì di uno scienziato che, in un suo recente lavoro, ha ipotizzato un nuovo impiego per questi velivoli desueti, nel nome dell’ecologia.

I dirigibili e il futuro del trasporto sostenibile

Ai dirigibili, oggigiorno, non resta che solcare nostalgicamente i cieli della memoria di un’epoca passata. Salvo qualche utilizzo per ragioni promozionali, infatti, è opinione diffusa che questi affascinanti velivoli abbiano fatto il loro corso. Ormai ombra della loro gloria passata nessuno si è immaginato un loro ritorno, fino a ora. Lo scienziato Julian Hunt la pensa in maniera un po’ diversa, immaginando una nuova rinascita dei dirigibili, per ragioni quanto mai concrete. Nell’opinione dello studioso, infatti, questi velivoli potrebbero essere un’alternativa ecologica ed efficiente al trasporto via mare. In qualità di vere e proprie navi del cielo, i dirigibili, potrebbero avvalersi delle correnti a getto presenti nell’atmosfera. Si tratta infatti di venti ad alta quota - circa 11 km - generalmente costanti che potrebbero essere sfruttati per far volare gli aerostati velocemente e con il minimo impatto ambientale.

In questo modo si potrebbero trasportare carichi anche di una certa importanza inquinando molto di meno di una nave cargo, riducendo sensibilmente anche il traffico marittimo e i rischi per gli esseri umani. I dirigibili nella visione dello studioso, infatti verrebbero manovrati da macchine. Non è da sottovalutare infatti che una delle ragioni principali alla base dell’abbandono di questa tecnologia fu proprio il disastro dell’Hindenburg, in cui il velivolo prese fuoco in aria costando la vita a una trentina di passeggeri, sotto gli occhi attoniti di centinaia di persone a terra. L’imputato principale fu senz’altro l’idrogeno contenuto nell’aerostato. Per quanto economico, di facile reperimento ed eccellentemente funzionale allo scopo, si tratta di un gas altamente infiammabile ed esplosivo. Un problema che oggi si potrebbe ovviare avvalendosi di altri gas leggeri più sicuri - come l’elio - e di materiali più resistenti.

Per quanto possa sembrare fantascientifica - a tratti steampunk - l’idea mostra una sua logica, quantomeno negli intenti: meno inquinamento, trasporti più rapidi con mari più puliti e sgombri. D’altro canto se i palloni aerostatici, cugini minori delle aeronavi funzionanti con lo stesso principio, tutt’oggi trovano largo impiego in diversi ambiti, primo tra tutti la meteorologia, perché i dirigibili non potrebbero salvare il pianeta rivoluzionando i trasporti? Le risposte arriveranno dalla scienza e dalla tecnica, a noi non resta che volgere lo sguardo al cielo e sognare un futuro più pulito per la nostra bella casa, la Terra.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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