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Parchi nazionali in Cina: il nuovo piano del governo

Parchi nazionali in Cina: il nuovo piano del governo

Far coesistere turismo, sviluppo economico e salvaguardia dell’ambiente non è semplice. Il nuovo sistema di parchi nazionali in Cina mira a questo.

Entro la fine del 2020 il progetto che punta all’inaugurazione di 10 parchi nazionali in Cina, dovrebbe essere concluso. L’obiettivo è quello di salvaguardare numerose specie protette e il loro habitat, oltre che di rendere migliore la vita della popolazione. Eco- civilization e ecoturismo sono i fulcri del progetto Il modello è quello del villaggio tibetano Angsai. Gli ostacoli, i problemi pratici e i compromessi, però non mancano.

Parchi nazionali Cina

Il progetto del governo cinese:

Il lavoro del governo cinese mira alla costituzione di 10 parchi nazionali pilota. Unendo le aree protette precedentemente esistenti e costituendone di nuove verranno coperti 220 000 Km2 di territorio. Le specie che necessitano di protezione sono molte, dal panda gigante alla tigre siberiana. Il governo ha offerto la possibilità di ricollocazione a parte di coloro che vivono nelle aree coinvolte. La speranza è che il progetto venga accolto con entusiasmo dalla popolazione locale e che l’ecoturismo venga implementato. Il nuovo sistema di parchi nazionali in Cina può essere collocato nel contesto della “eco-civilization”. Questo termine indica la volontà di trovare un equilibrio tra benessere, crescita economica e salvaguardia della biodiversità.

Modello e ostacoli:

Il modello di riferimento del nuovo sistema di parchi nazionali in Cina è Angsai collocato nel Parco nazionale dei tre fiumi. Qui dal 2018 le visite sono gestite e guidate dai locali. L’economia cinese, tuttavia, ha subito un duro colpo a causa della pandemia. Gli investimenti in ambito ambientale ne hanno risentito. Spesso, poi, anche dove i fondi vengano concessi, vengono utilizzati per costruire strade o altre strutture. Il turismo ne viene favorito, ma a scapito dell’ambiente. Uno studio recentemente pubblicato pone la questione dell’equilibrio nella salvaguardia delle diverse specie. L’aumento della popolazione dei panda, per esempio, ha coinciso con una brusca diminuzione dei leopardi delle nevi.

La strada da fare:

Durante la prima conferenza sui parchi nazionali in Cina Xi Jinping ha assicurato che l’ambiente rimane una priorità. Il coinvolgimento della popolazione deve essere considerato fattore determinante e sono i compromessi a generarlo. Il pascolo di bestiame è, per esempio, vietato in vaste aree ma, vista l’importanza dell’attività, viene in genere moderatamente concesso. Deve essere poi messo a punto un sistema di permessi per un accesso sicuro e ordinato ai parchi. Anche l’assunzione di ranger deve essere accelerata e coordinata. Al momento le chiamate sono poche e gestite a livello puramente locale.

Il settore dell’ecoturismo cinese fattura circa 3 miliardi all’anno e serve 128 milioni di visitatori. Non bisogna, tuttavia, pensare che il livello raggiunto sia sufficiente. Il nuovo piano per i parchi nazionali in Cina asseconda un’ottica di crescita. L’intenzione di non essere fermati dalla pandemia sembra forte; ora ad essere attesi sono i concreti miglioramenti per concludere l’anno nel migliore dei modi.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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