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Ötzi: scoperta l’ultima cena della mummia

Ötzi: scoperta l’ultima cena della mummia

Gli archeologi di Bolzano hanno identificato di cosa si è nutrito Ötzi prima della sua morte. Il contenuto dello stomaco della mummia del Similaun ha rivelato informazioni preziose sull’alimentazione dei nostri antenati.

L’ultima cena della mummia Ötzi finalmente portata alla luce grazie al lavoro dei ricercatori dell’EURAC, l’Istituto per lo studio delle mummie di Bolzano. In una ricerca pubblicata sulla rivista Current Biology gli archeologi hanno infine rivelato quale è stato il pasto finale dell’uomo morto sulle alpi 5300 anni or sono. La ricerca apre una finestra importante sull’alimentazione in epoca preistorica.

Cosa ha mangiato Ötzi la mummia per l’ultima volta

Grassi, tanti grassi. Questo avrebbe mangiato Ötzi prima di intraprendere la sua ultima scalata. I ricercatori avevano già in precedenza trovato i resti di alcuni alimenti all’interno dell’intestino della mummia ma solo recentemente sono stati in grado di localizzare lo stomaco e analizzarne il contenuto. Ciò che hanno trovato li ha lasciati sorpresi.

Scalare una montagna richiede energie e probabilmente Ötzi lo sapeva. L’ultima cena dell’uomo infatti prevedeva grandi quantità di grassi e di proteine animali, in prevalenza grasso cervo e di ibex, uno stambecco selvatico presente tutt’oggi nell’ambiente alpino. La carne era consumata fresca oppure essiccata. Oltre alla carne, che costituiva circa la metà del contenuto dello stomaco della mummia, i ricercatori hanno trovato anche tracce di grano e farro, lasciando supporre una dieta tutto sommato equilibrata con l’assunzione anche di carboidrati di origine vegetale.

A lasciare tuttavia sorpresi è stato il ritrovamento di foglie di felce tossica. Secondo i ricercatori l’uomo potrebbe aver mangiato le foglie di felce volontariamente, probabilmente nel tentativo di curarsi dai parassiti che abitavano il suo intestino. Un’altra teoria è che le foglie fossero semplicemente un «contenitore» in cui avvolgere la carne per preservarla. Sì perché a quanto pare coi suoi (tanti per l’epoca) 45 anni Ötzi non se la passava troppo bene: atrosi, malattie cardiovascolari, gastriti e ulcere. A uccidere l’uomo non è stata tuttavia la dieta o la malattia, ma una freccia nella schiena.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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