Italia troppo indietro
Il nostro Paese è un grande acquirente di autobus, ma la maggior parte delle new entry sono ancora alimentate a gasolio o gas fossile. Insieme a Polonia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia, l’Italia acquista circa il 70 percento dei bus urbani europei. La mancata conversione del parco mezzi verso una mobilità più sostenibile rallenta in modo significativo la diffusione di mezzi a emissioni zero nel continente, con un impatto altissimo per l’ambiente.
Secondo i dati Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), nel 2019 sono stati immatricolati solo 63 bus elettrici e a idrogeno in tutta la Penisola: 16 in Sicilia, 15 in Lombardia, 13 in Piemonte, 10 in Liguria.
“Nel primo semestre del 2020 l’Italia ha messo in strada solo 170 nuovi bus, contro i 363 del primo semestre 2019, registrando un calo del 53% e diminuendo gli acquisti sulla mobilità pubblica in un momento in cui avere più mezzi era necessario per garantire distanziamento”, ha dichiarato Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile di Legambiente.
“Inoltre, in seguito all’emergenza Covid sono stati estesi i contributi pubblici per l’acquisto di nuovi autobus, anche di quelli a metano o diesel, con il risultato che compriamo meno autobus dei grandi paesi europei e gran parte dei quali ancora fortemente inquinanti. Non possiamo condannare le nostre città a usare mezzi pubblici vecchi, inquinanti ed alimentati a gasolio o gas fossile, con l’unica eccezione dell’olio di palma, ancora più nocivo del petrolio a livello ambientale”.
Gli esempi virtuosi
In Europa c’è però chi dà l’esempio. L’80 percento degli investimenti della Germania per il 2020 sono destinati ad autobus elettrici, mentre la Polonia annuncia che nelle città con una popolazione di 100 mila o più persone tutto il trasporto pubblico sarà elettrico entro il 2030, stanziando oltre 290 milioni di euro per sostenere questo obiettivo.
A guidare la classifica di bus a emissioni zero nel vecchio continente sono Danimarca, Lussemburgo e Paesi Bassi. Il 78 percento degli autobus danesi immatricolati nel 2019 è elettrico o a idrogeno, come il 67 percento di quelli lussemburghesi e il 66 percento degli olandesi. Anche Svezia, Norvegia e Finlandia sono tra i primi, i cui autobus elettrici rappresentano rispettivamente il 26, 24 e 23 percento degli immatricolati.