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La natura rilascia CO2: c’è il rischio di un bilancio negativo

La natura rilascia CO2: c’è il rischio di un bilancio negativo

La natura rilascia CO2 da sempre, ma ora uno studio ha lanciato l’allarme: il rischio che il carbonio emesso superi quello assorbito è concreto.

La vegetazione esercita sul pianeta un’azione benefica, grazie alla sua capacità di assorbire carbonio. La natura rilascia CO2 attraverso la respirazione, ma, finora, il bilancio è rimasto positivo. Secondo un recente studio il cambiamento climatico sta minando quest’equilibrio. I dati sono allarmanti. Nulla, per fortuna, è ancora inevitabile e le speranze per il futuro non mancano.

Natura rilascia CO2

Fotosintesi e respirazione:

La natura rilascia CO2 nell’aria, a causa di processi biologici del tutto inevitabili. La vita della pianta, infatti è basata su fotosintesi e respirazione. Durante la fotosintesi la pianta assorbe anidride carbonica e acqua per produrre glucosio, e rilascia nell’aria ossigeno. Durante la respirazione, in assenza di luce, invece, avviene pressoché l’opposto. La pianta consuma glucosio e ossigeno, rilasciando nell’atmosfera CO2. Entrambi i processi sono influenzati dalla temperatura, ma gli effetti sono maggiori sulla fotosintesi. Tra i 17 e i 27°C essa comincia ad arrestarsi, mentre la respirazione continua. Ad oggi, comunque, il bilancio è ampiamente positivo. Gli ecosistemi sono infatti in grado di assorbire il 30% della CO2 prodotta dall’uomo.

Lo studio:

Uno studio guidato da Katharyn Duffy della Northern Arizona University, ha indagato le modalità con cui la natura rilascia CO2 in relazione al cambiamento climatico. Grazie al FLUXNET Network sono stati raccolti dati sui principali biomi terrestri. Si tratta di una rete di sensori per la misurazione continua di diverse variabili, fra cui temperatura, umidità e flussi di CO2. Gli scienziati hanno spiegato che, senza una riduzione delle emissioni, entro pochi decenni il 45% degli ecosistemi rilascerà più CO2 di quanta ne assorbirà. Deforestazione, incendi e siccità sono le ulteriori minacce. Le foreste temperate rischiano di veder a breve dimezzate le proprie capacità di assorbimento e le praterie mostrano già un bilancio neutro.

Il futuro:

Analizzando come la natura rilascia CO2 il team di Duffy non mira all’allarmismo. Oggi solo il 10% degli ecosistemi mondiali ha raggiunto le temperature soglia e, in genere, mai per più di 2 mesi consecutivi. La situazione non è, insomma, irreversibile. Alcune ricerche mostrano che le piante potrebbero adattarsi alle alte temperature. Secondo altre ipotesi, poi, l’abbondanza di CO2 potrebbe persino favorire la fotosintesi. Gli scienziati hanno sottolineato apertamente, però, che serve un cambio di rotta. È necessario il pieno rispetto degli accordi di Parigi. L’aumento di temperatura dovrà, dunque, essere mantenuto entro i 2°C e le emissioni dovranno essere nettamente ridotte.

Molti governi si affidano cecamente alla capacità della vegetazione di assorbire CO2. Duffy ha specificato che spesso gli ecosistemi vengono visti come erogatori di servizi, piuttosto che come parti viventi del pianeta. La natura rilascia CO2 e, per quanto questo sia inevitabile, fare in modo che la caratteristica più conosciuta non diventi questa, è compito nostro.


REDAZIONE
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Raccontare e spiegare cibo, sostenibilità, natura e salute. Un obiettivo più facile a dirsi che a farsi, ma nella redazione di inNaturale non sono queste le sfide che scoraggiano. Siamo un gruppo di giovani affiatati in cerca del servizio perfetto, pronti a raccontarvi le ultime novità e le storie più particolari.

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