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La moda sotto accusa, in favore dell'ambiente, alla Fashion Week di Londra

La moda sotto accusa, in favore dell'ambiente, alla Fashion Week di Londra

Il mondo della moda sotto accusa a causa del suo impatto sull’ambiente alla Fashion Week di Londra. La richiesta degli attivisti? Un cambiamento culturale.

L’ambiente è il tema caldo della Fashion Week di Londra, con gli attivisti del gruppo Extinction Rebellion che durante tutte le giornate hanno protestato per evidenziare l’impatto dell’industria della moda sul nostro pianeta.

Extinction Rebellion e la lotta per l’ambiente alla Fashion Week di Londra

Una settimana all’insegna della moda, ma anche dell’ambiente: la Fashion Week di Londra di quest’anno fa parlare di sé non solo per le passerelle e le celebrità, ma anche per la protesta degli attivisti di Extinction Rebellion. Una movimentazione iniziata già nel mese di luglio quando il gruppo chiese l’annullamento dell’evento in favore di un summit per l’ambiente che comprendesse le imprese, in modo da poter dichiarare l’emergenza climatica. Richiesta non accolta che ha dato il via alla protesta, iniziata il primo giorno della Fashion Week con gli attivisti che si sono cosparsi di sangue finto per simboleggiare i danni sull’ambiente già causati dal cambiamento climatico. Mentre l’ultimo giorno della manifestazione è stata organizzata una «parata funebre».

ll tema dell’ambiente alla Fashion Week di Londra non interessa solo le proteste ma anche i grandi marchi presenti. Da sottolineare l’impegno di Stella McCartney, grande sostenitrice di una moda sostenibile, che già aveva collaborato con Extinction Rebellion in una campagna - molto discussa - in favore dell’ambiente. Ma non solo, Gucci per esempio ha dichiarato che la sua sua catena di approvvigionamento avrà un impatto sull’ambiente neutrale già a partire dalla fine del mese. Molti altri brand, inoltre, prevedono di fare, sempre più, della sostenibilità il loro cavallo di battaglia nelle collezioni a venire.

L’impegno dei brand per l’ambiente alla Fashion Week di Londra non soddisfa però gli attivisti che chiedono a gran voce un cambiamento culturale nei confronti della moda. Secondo il gruppo, infatti, ciò che è oggi più che mai necessario è il superamento di una moda dettata dalla stagionalità, in continuo e rapido cambiamento. Gli attivisti sostengono che le iniziative portate avanti da molti brand siano poca cosa se si considerano inserite nel contesto globale del business della moda. Un enorme «circo» itinerante che sposta per il mondo, merci e uomini, con un dispendio di risorse immenso. Il punto sarebbe un superamento concettuale della moda usa e getta in favore di prodotti sostenibili e duraturi.

Ma lo stato di estrema necessità in cui versa il pianeta basterà a cambiare profondamente un mercato così redditizio? C’è solo da sperarlo.


Fabrizio Inverardi
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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Chitarrista, motociclista, da sempre appassionato di scienza, tecnica e natura. Sono laureato in Psicologia del Lavoro e della Comunicazione. Curioso per natura amo i viaggi, il buon vino e scoprire cose nuove. Da qualche anno nel settore del marketing digitale e della comunicazione.
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