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La crisi climatica mette a rischio la pesca

La crisi climatica mette a rischio la pesca

La crisi climatica metterebbe a rischio milioni di persone al mondo che fanno affidamento sulla pesca, compromettendone la dieta.

La crisi climatica e una pesca eccessiva metteranno a rischio la sicurezza alimentare di milioni di persone in tutto il mondo. L’allarme arriva da nuove proiezioni dell’Università di Lancaster, in Inghilterra. I ricercatori inglesi hanno esaminato più di 800 specie di pesci in più di 157 paesi al mondo, rivelando una situazione poco incoraggiante. Le pressioni sul sistema della pesca rischiano di compromettere seriamente la disponibilità di nutrienti per le popolazioni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Current Biology.

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Crisi climatica e pesca eccessiva, i rischi per l’alimentazione

Il pesce è una importantissima fonte di nutrienti fondamentali alla buona salute dell’essere umano. Ricco di proteine, antiossidanti come gli acidi grassi omega-3, vitamine e minerali il pesce è la fonte primaria di sostentamento per almeno 1 miliardo di persone sul pianeta. Eppure la crisi climatica e una pesca indiscriminata potrebbero compromettere l'alimentazione delle popolazioni che vi fanno affidamento.

Le analisi di un team internazionale guidato da scienziati della Università di Lancaster hanno mostrato come almeno il 40% delle nazioni sarebbe a rischio se la situazione dovesse continuare sul percorso attuale. Tra i paesi più coinvolti le nazioni dell'Asia orientale e del Pacifico come Malesia, Cambogia e Indonesia. Particolarmente vulnerabili anche diversi paesi dell'Africa subsahariana come Mozambico e Sierra Leone.

Non tutti i pesci sono uguali

Quando si tratta di pesci e nutrienti, non tutti i pesci sono uguali. Fattori come dieta, temperatura dell’acqua e dispendio energetico influenzano notevolmente quanto un pesce risulta nutriente una volta consumato. In questo caso i pesci tropicali tendono ad essere più ricchi di micronutrienti rispetto alle specie d’acqua fredda. Anche quando si tratta di resistere a crisi climatica e pesca, le specie di grandi dimensioni tendono ad essere più vulnerabili. In particolare le specie che impiegano più tempo e a riprodursi, sono vulnerabili ad una pesca incontrollata perché più difficilmente riescono a ripopolare.

Cosa fare per evitare la crisi

Lo studio quindi ha messo in risalto come crisi climatica e pesca indiscriminata siano una minaccia per le esigenze dietetiche di milioni di persone, in particolare per i paesi tropicali. Secondo i ricercatori sarebbe fondamentale intervenire al più presto prima che la situazione peggiori oltre un limite insostenibile. Per evitare rischi concreti di malnutrizione le nazioni coinvolte dovrebbero garantire un approvvigionamento di micronutrienti modificando radicalmente le politiche di pesca.

Proprio grazie ai dati nutrizionali sulle diverse specie marine dello studio potrebbe arrivare una soluzione. Molti paesi avrebbero in questo modo la capacità di adattare le loro politiche al nuovo scenario. In questo caso, puntando su specie marine altrettanto nutrienti ma meno vulnerabili; alleviando così la pressione sulle specie a rischio senza compromettere la qualità della dieta nella popolazione.


denis venturi
Denis Venturi
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Laureato in Scienze Politiche e Comunicazione Pubblica, ha lavorato in radio e nel tempo libero si dedica alla scrittura creativa. Da sempre appassionato di cultura, scienza e tecnologia è costantemente a caccia di nuove curiosità in grado di cambiare il mondo in cui viviamo.
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