L’Islanda ha realizzato un monumento dedicato al primo ghiacciaio ufficialmente «perduto» per colpa del riscaldamento globale. Si tratta di una targa che è allo stesso tempo una memoria e un avvertimento per le generazioni future e un invito a quelle presenti a fare di più per contrastare la crisi climatica prima che sia troppo tardi.
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Il monumento dell’Islanda al ghiacciaio scomparso
L’Islanda ha circa 400 ghiacciai sparsi sulla superficie dell’isola eppure nei prossimi 200 anni saranno destinati tutti a scomparire. Il primo a perdere lo «status» di ghiacciaio a causa del riscaldamento globale ha ricevuto quindi un vero e proprio monumento. Si tratta del ghiacciaio (o ex-ghiacciaio ormai) Okjökull, noto anche semplicemente come Ok.
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Un secolo fa il ghiacciaio Ok copriva un’area di 15km quadrati con uno spessore di oltre 50 metri nell’Islanda occidentale. A causa del costante aumento delle temperature la superficie dei ghiacci si è ridotta a poco più di 1km quadrato e meno di 15 metri di spessore. Secondo la classificazione ufficiale, con una superficie così ridotta e uno spessore così basso, non si tratterebbe più di un ghiacciaio ma di un semplice cumulo di nevi.
Ghiacciaio Ok, solo il primo a scomparire in Islanda
Il 18 agosto una cerimonia rivelerà il monumento che l’Islanda ha dedicato al primo ghiacciaio scomparso. La targa porta la scritta: «Ok è il primo ghiacciaio a perdere il suo status. Nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai seguiranno lo stesso destino. Questo monumento testimonia che siamo a conoscenza del perché questo sta succedendo e di cosa bisogna fare per impedirlo. Solo voi saprete se l’abbiamo fatto».
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La vena di ironica malinconia del messaggio è accompagnata dalla data e dalla quantità di parti-per-milioni di anidride carbonica presente nell’atmosfera al tempo della cerimonia. Le regioni nordiche del pianeta stanno riscontrando un riscaldamento due volte più veloce che nel resto del pianeta. Questo giugno è stato il mese più caldo mai registrato da quando esistono dati sulle temperature. A meno di un cambio repentino di rotta, il futuro dell’Islanda e dei suoi ghiacciai è a rischio.
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